Dalla metà di aprile in Venezuela non si potrà più telefonare in Italia. Con il nostro Paese anche Spagna, Brasile, Perù, Repubblica Dominicana, Messico, Colombia e Stati Uniti. In totale altre otto nazioni che i venezuelani non potranno più raggiungere telefonicamente e che si aggiungono ad altre nazioni che erano state ‘tagliate’ l’anno scorso. La decisione è stata presa da Telefonica, che utilizza anche Movistar, il principale operatore in Venezuela che ha dodici milioni di clienti tra telefonia mobile e fissa, internet e televisione.
Il motivo di questa decisione è dovuto all’entrata in vigore di un nuovo sistema di cambio delle divise che fa sì che questo tipo di comunicazioni diventino più care tra la alta inflazione e la scarsezza di moneta estera. Con una nuova tassa e il cambio fluttuante nei confronti del dollaro, aumentano i costi in maniera notevole e dal momento che l’unica alternativa era una crescita delle tariffe, non permessa però da Conatel, l’organismo che regola le telecomunicazioni in Venezuela, ecco che non c’erano alternative.
Dalla pagina web della compagnia telefonica si può leggere uno scarno comunicato: "Il servizio di lunga distanza internazionale – è scritto – è temporaneamente sospeso". E Telefonica-Movistar non è nemmeno la sola compagnia che ha adottato una simile soluzione, anche Digitel ha seguito la stessa strada. La giustificazione per tutti è identica: non si possono assorbire gli aumenti dei costi senza poter al tempo stesso aumentare le tariffe. Così i venezuelani dovranno rinunciare anche alle telefonate fuori dai confini nazionali.
































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