Nel settembre 2011 Nichi Vendola, in una farneticante esternazione, riferendosi a Emilio Fede, Lele Mora e Gianpaolo Tarantini, ha detto che “ci fa vergognare il fatto che quattro vecchi, maschi e un po’ rincoglioniti possano entrare nella politica e sporcarla”. Oggi, dopo il voto su Cosentino, Vendola ironizza sul comportamento della Lega, poche ore dopo la decisione del Senatùr di astenersi dal voto sull’arresto del parlamentare Pdl, affermando: "Sono diventati impotenti". Certo, accusare di impotenza chi ha fatto del “celodurismo” un vero e proprio slogan di partito, è un affronto terribile.
Avendo utilizzato, nel primo caso, il termine “maschi” in senso dispregiativo, essendo il sostantivo supportato dai termini aggettivanti: “vecchi e rincoglioniti” ed avendo dato, nella seconda affermazione, dell’impotente alla Lega, ci si chiede se il Presidente di SEL, abbia voluto offendere o semplicemente ironizzare esplicitando, nella terminologia corrente, un insulto legato ad un aspetto sessuale tipico del maschio – proprio nella sua “veste precipua”- evidenziando l’ineluttabile fase senile di decadenza.
Ciò per “par condicio”, in quanto le due piazzate da lavandaia, potevano essere pure sarcastiche affermazioni umoristiche (anche se non da gentiluomo) ma la cosa grottesca riguardante il mondo di Vendola, è che solo qualche giorno fa c’è stata una sollevazione politica bipartisan in quanto egli stesso è stato pesantemente apostrofato dall’assessore Giuseppe Ripa con l’epiteto "signorina con turbe psichiche", col risultato che tutto il mondo politico pugliese è insorto chiedendo addirittura le dimissioni dello sfrontato assessore locale. C’è da dire che, tutto sommato, tutti – uomini e donne – raggiungono un momento di decadenza mentale e fisica, ma pubblicizzarlo – da parte di chiunque – è ineducato.
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