Gli avanzamenti tecnologici negli ultimi decenni hanno fatto passi da gigante, sostituendo quasi quella che è la gestione della normale vita quotidiana mediante una completa disposizione di mezzi tecnologicamente avanzati, che stanno modificando, nettamente e radicalmente, lo stile di vita dell’uomo. E’ evidente che la maggior parte della vita dell’essere umano si svolga davanti ai social network o a mezzi che ti permettono di comunicare senza assaporare l’essenza vera, autentica delle parole. Sono sempre di più le novità proposte dalle società che mirano a vendere al mercato mezzi sofisticati e altamente tecnologici, dove le opzioni sono sempre più numerose, come altrettanto numerose sono le possibilità di sviluppare progetti di qualsivoglia natura e in tempi brevissimi. La ricerca e lo sviluppo del prodotto “marketing”, di sicuro, avranno come obiettivo quello di scegliere “macchine uniche”, in maniera tale da migliorare quello che nell’ambito dell’economia politica viene definito “rapporto tra domanda ed offerta”.
Sembra però che questo “new style” sia una delle cause della mancanza di dialogo all’interno delle famiglie, o del totale assenteismo durante l’arco della giornata. Robotizzare la vita è qualcosa che intristisce, specialmente se i social non si utilizzano in maniera “sana” o se ne fa un uso spropositato. Chattare, twittare, postare, taggare, linkare, sono i nuovi termini che hanno costruito un linguaggio nuovo, e dunque una dimensione innovativa, dove poter creare nuove relazioni attraverso la rete.
Usi, tradizioni, pensieri, relazioni, mutano e vanno di pari passo con la continua crescita degli avanzamenti tecnologici. Dove andremo a finire tra un paio d’anni? E fra vent’anni? Ci sarà sempre l’uso della parola? O diventeremo dei marchingegni elettronici che comunicheranno attraverso codici interni? Siamo pur sempre uomini e una stretta di mano o un abbraccio ti fanno assaporare in maniera “vera” la vita e la voglia di comunicare. A quanto pare, anche il nostro Papa utilizza Facebook per preghiere e benedizioni. Che dire? Che Dio ce la mandi buona!
































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