Ha sfiorato il 19% lo share della puntata di ieri sera di ‘Porta a porta’ che ha ospitato il premier Matteo Renzi. Nella prima parte i telespettatori sono stati due milioni e mezzo, 1 milione e 450mila nella seconda parte (in onda fino all’una di notte). La media è stata di 1.649.000 contatti. Vincente la trasmissione di Vespa nella seconda serata televisiva. Deve essere soddisfatto il giornalista, ma anche il premier.
Intanto Renzi questa mattina ha svolto un intervento fiume alla radio Rtl 102.5. Sulle unioni civili e sul Family Day: "I ministri sono liberi di andare a tutte le manifestazioni che vogliono. Non vedo perché dovremmo essere irritati se uno o due ministri partecipano al Family day".
Il premier Matteo Renzi ostenta tranquillità di fronte alle polemiche, senza sapere che il Papa poche ore dopo sceglierà di calare tutto il peso sulla questione, sostenendo che "non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione".
"Tutte le manifestazioni sono da rispettare", ha detto Renzi, spiegando che "ci saranno manifestazioni anche delle comunità Lgbt. Io penso che questa legge ci vuole. Il tema dei diritti – ha spiegato il presidente del Consiglio – è assolutamente cruciale, la stragrande maggioranza degli italiani vuole chiudere questa partita ideologica e trovare un punto di equilibrio. La legge va fatta, poi come verranno sciolti i nodi più difficili sarà il parlamento a decidere”.
Sul tema più contestato, quello della adozione del figlio del partner, ha sottolineato: "Io credo che sia un tema molto delicato, dobbiamo avere un principio di riferimento, una stella polare: l’interesse del bambino. Alla fine ciò che importa non è il diritto individuale ma il diritto del bambino a crescere nell’ambiente più idoneo". "Su questo tema – ha aggiunto il presidente del Consiglio – c’è una discussione. Sarà il Parlamento a dover votare con libertà di coscienza ma vorrei che si evitasse lo scontro. L’importante è che si decida usando toni civili".
Pier Luigi Bersani invita Matteo Renzi a non personalizzare il referendum sulle riforme istituzionali. Secca la replica del premier a Rtl 102.5: "Parliamoci chiaro, e non prendiamo in giro la gente che sta andando a lavorare. Io in questi due anni ho rotto le scatole sulle riforme. Ora siamo alla riforma centrale. Se gli italiani diranno si’, io festeggio per due minuti e poi mi rimetto a lavorare. Ma se dicono no, che faccio? Divento come tutti i politici che stavano aggrappati alla seggiola e per staccarli ci voleva la forza?". Renzi aggiunge: "La politica e’ servire il mio paese. Io se perdo una cosa cosi’ grande e’ bene che vada a casa. E’ sacrosanto".
A proposito di immigrazione: "Il principio della libera circolazione europea oggi e’ messo in discussione. Dobbiamo essere i piu’ forti a richiamare il valore dell’Unione europea. Non si bloccano i terroristi sospendendo Schengen. Alcuni terroristi sono nati nelle nostre citta’- ricorda Renzi- C’e’ un misto di paura e mancanza di visione in questa ipotesi. Credo che sia mettere a rischio l’idea stessa di Europa. Spero che non succeda, ma non dipende dal governo italiano. Noi siamo per rafforzare i controlli, ma senza sospendere l’accordo di libera circolazione. Se avverrà, trarremo le nostre conseguenze".
Nel 2016, annuncia Ranzi, ci sara’ "il jobs act dei nuovi lavori, per consentire a chi sta nel mondo delle partite iva di fare semplicemente il proprio lavoro". "Ci sara’ anche un sottosegretario ad hoc che se ne occupera’, sara’ il professor Tommaso Nannicini della Bocconi che avra’ il compito di lavorare allo statuto di questi nuovi lavori".
Sulle trivelle il governo si affida al giudizio degli italiani. Sono a rischio migliaia di posti di lavoro. "Il tema delle trivelle – spiega Renzi – e’ totalmente cancellato. Rimane un ultimo punto su cui la Consulta ha ammesso il referendum. E cioe’ negli stabilimenti dove gia’ sono in corso" estrazioni da "giacimenti di gas o petrolio off-shore, e stiamo parlando essenzialmente di Emilia Romagna e Sicilia, e di alcune migliaia posti di lavoro, il meccanismo attuale e’ che finche’ c’e’ il giacimento si va avanti. Ma non sono nuove trivellazioni. Sono quelle gia’ in corso". Su questo tema "chi propone il referendum dice di bloccare tutto alla prima scadenza utile, di venire via. Questo significa migliaia di licenziamenti. Mi sembra un controsenso – osserva Renzi – bloccare a meta’ l’estrazione in nome di un principio ideologico. Vedremo cosa diranno gli italiani, se ci saranno le condizioni per raggiungere il quorum. Ma non e’ un referendum su nuove trivelle in Adriatico ma su quelle che ci sono gia’. Il governo e’ per il buon senso, ma saranno gli italiani a decidere".
A proposito della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024: "Sono leggermente scaramantico per cui tengo la mano saldamente sul ferro. Dico solo che un anno fa c’erano le candidature di Boston e Amburgo, e sono saltate. Oggi ci sono Parigi, Budapest e Los Angeles. E poi Roma. Io dico che la giochiamo. Non so se ce la facciamo, ma ce la giochiamo. Il lavoro che sta facendo Malago’ e’ preziosisissimo. Tutti insieme ce la giochiamo".
Un italiano su due sta con Matteo Renzi nello scontro di questi giorni scorsi con Jean-Claude Juncker. Secondo un sondaggio dell’Istituto Ixè in esclusiva per Agorà (Raitre), solo il 17% si schiera con il presidente della Commissione europea, mentre il 33% non prende una posizione.
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