La Camera ha approvato all’unanimità il disegno di legge che introduce l’esenzione IMU sulla prima casa per i cittadini iscritti all’AIRE e residenti all’estero. Un risultato politico raro, frutto di un lavoro trasversale iniziato in Commissione Finanze e destinato ora all’esame del Senato.
Il provvedimento supera una richiesta rimasta irrisolta per oltre vent’anni, riconoscendo il valore sociale e identitario degli immobili degli emigrati, spesso frutto di anni di sacrifici e simbolo di un legame profondo con i comuni d’origine — in gran parte piccoli centri, cuore storico dell’emigrazione italiana.
La norma assimila l’abitazione posseduta in Italia alla “prima casa”, esentandola totalmente dall’IMU se non locata né data in comodato e se situata nel comune di iscrizione AIRE. La misura introduce inoltre un sistema modulato sulla rendita catastale e una riduzione del 50% della TARI e della tariffa rifiuti, lasciando autonomia ai Comuni su ulteriori agevolazioni.
Attenzione, però: stiamo parlando solo di quei comuni sotto i 5mila abitanti. E’ comunque un passo avanti, direbbe qualcuno; resta però la discriminazione, replicherebbe qualcun altro. Noi ci auguriamo che questa legge, una volta passata anche in Senato, possa fare da apri pista per un’esenzione IMU per tutti gli italiani all’estero, valida in tutti i comuni italiani.
Ampio il sostegno politico:
Toni Ricciardi (PD), promotore del ddl, parla di “ingiustizia finalmente sanata” e ricorda che oltre 100 mila immobili nei borghi sotto i 5.000 abitanti beneficeranno della riforma.
Andrea Di Giuseppe (FdI) sottolinea che gli italiani all’estero attendevano questa misura da 25 anni.
Il M5S vota a favore ma segnala il rischio di minori entrate per i Comuni sulla riduzione TARI.
Federica Onori (Azione) rivendica l’emendamento che ha introdotto tale riduzione, definendolo “una battaglia iniziata nel 2023”.
VECCHI (PD), SODDISFAZIONE PER ESENZIONE IMU ITALIANI ESTERO
“Il voto unanime della Camera alla Proposta di Legge – primo firmatario Toni Ricciardi (PD) – che prevede l’esenzione dall’IMU, in determinate circostanze, per le abitazioni possedute nel territorio nazionale da cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, è uno storico risultato che premia le giuste richieste delle nostre Comunità nel Mondo e che è il risultato di una tenace iniziativa dell’On. Toni Ricciardi e dei parlamentari del Partito Democratico eletti nella Circoscrizione Estero”. Così Luciano Vecchi, responsabile Italiani nel Mondo del Partito Democratico.
“Spetta ora al Senato di approvare in via definitiva il provvedimento e mi auguro, per una volta – sottolinea l’esponente dem -, che si confermi una norma che non solo sana una odiosa discriminazione nei confronti dei nostri concittadini emigrati ma che può anche permettere di valorizzare il patrimonio edilizio, soprattutto nelle zone interne – conclude Vecchi – anche grazie alle agevolazioni per l’acquisto della “prima casa” sul territorio italiano, previste dal DdL Ricciardi”.
Il costo stimato è di circa 8 milioni di euro l’anno, con 3 destinati a compensare i Comuni. Sebbene da aggiornare con l’entrata in vigore, il dato politico resta il più significativo: un voto unanime su un tema per anni divisivo indica un cambio di passo nel rapporto tra Stato e cittadini nel mondo.
In un Paese spesso polarizzato, l’intesa raggiunta dimostra che, quando al centro ci sono equità, comunità e visione, la politica sa ancora trovare un terreno comune. Un segnale importante per milioni di italiani all’estero e per i piccoli comuni che custodiscono la memoria delle nostre radici.































