Lo spreco alimentare domestico resta un problema diffuso in tutta Europa, ma l’Italia si colloca sopra la media dei principali Paesi UE.
«Lo spreco medio settimanale pro capite è pari a 555,8 grammi in Italia, contro 512,9 grammi in Germania, 469,6 nei Paesi Bassi, 459,9 in Francia e 446,5 in Spagna» osservano gli analisti di Ener2Crowd, la piattaforma ed app numero uno in Italia per gli investimenti ESG, riferendosi ai dati Waste Watcher International, International Center for Social Research ed Eurostat.
Il dato italiano migliora rispetto al 2024, ma il confronto europeo mostra un ritardo strutturale.
«Il divario non è solo economico, ma organizzativo e culturale» spiegano da Ener2Crowd, sottolineando come nei Paesi con sprechi più contenuti siano più diffusi strumenti di pianificazione degli acquisti, filiere corte e politiche di recupero.
Il Natale 2025 segna un passo avanti, ma il confronto europeo dimostra che esiste ancora un ampio margine di miglioramento, soprattutto sul fronte domestico.
«Il valore monetario dello spreco annuale italiano —circa 12,55 miliardi di euro— se reindirizzato verso investimenti ESG, finanzierebbe centinaia di progetti rinnovabili, trasformando una perdita economica in rendimento e impatto positivo» concludono gli analisti di Ener2Crowd.































