Enrico Letta interviene nell’aula del Senato durante il dibattito sulla mozione di sfiducia al ministro dell’interno, Angelino Alfano, dopo il caso kazako di cui tanto si è discusso negli ultimi giorni, a livello nazionale e internazionale. Il presidente del Consiglio lo dice in modo chiaro: in tutta la vicenda “non c’e’ responsabilità oggettiva del ministro". Ed ancora: "Alfano e’ estraneo" ai fatti. Dunque il premier ha difeso l’operato del responsabile del Viminale sul ‘caso Shalabayeva’. E al termine del suo intervento si è voltato verso Alfano e i due si sono stretti la mano con vigore.
"In un’epoca in cui dominano le urla e gli insulti – ha sottolineato il capo del governo – dico ai senatori e agli italiani che credono nel nostro progetto che devono avere fiducia nella mia determinazione. C’e’ un rumore di sottofondo troppo strumentale, una bandiera politica facile da sventolare", c’e’ chi fa polemica solo per dare "un’immagine dell’Italia di uno stato precario, come se la colpa fosse sempre di altri e il Paese fosse irriformabile. E’ un racconto che non mi appartiene. I problemi li affrontiamo come dentro una casa di vetro senza sconti ne’ scorciatoie". Poi ha aggiunto "una nota personale": "Non vorrei che su di me si commettesse un errore di valutazione: che la mia buona educazione venisse scambiata per debolezza".
Il premier ha ammesso comunque che sono "ancora oscure motivazioni e connessioni" dietro la vicenda dell’espulsione dall’Italia di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua. "Non intendiamo mollare la presa sui fatti", ha garantito Letta, in particolare puntando il dito su quello che ha definito "l’inaudito comportamento dell’ambasciatore del Kazakistan. Su come si sia potuto scambiare per terrorista Ablyazov, che pure ha problemi seri con la giustizia britannica, ma che è difficile definire come tale. Su come sia stato possibile agire senza la cautela che un caso del genere richiedeva, prendendosi il tempo necessario per approfondire l’esatta condizione della donna e della bambina e senza porsi alcuna domanda sull’inusuale disponibilità di un volo privato per il loro rimpatrio". "Il Governo – ha promesso Letta – ha intenzione di continuare ad agire per fare chiarezza. E a livello internazionale proseguiremo con la verifica delle condizioni di soggiorno della signora. Ieri il viceambasciatore italiano ha visitato la signora. Nei confronti delle autorità kazake il nostro auspicio è che la signora possa ritrovare la piena libertà di movimento".
Il governo vuole “continuare a lavorare”, ha detto il premier, ripercorrendo la road map dell’esecutivo: “entro il 31 agosto superamento definitivo dell’Imu nell’ambito della riforma generale della tassazione immobiliare; chiudere la partita individuando le opportune coperture, sul versante dell’aumento dell’Iva; misure per il lavoro e per risolvere il problema degli esodati; accelerare i pagamenti della P.a.; lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata". "Questo consentirà al governo di interpretare al meglio i segnali della ripresa, in modo da impostare una legge di stabilita’ che giochi all’attacco sul fronte della crescita, puntando quindi a individuare risorse per settori strategici come cultura, istruzione e innovazione". "I problemi, quelli generali, quelli legati alla crisi drammatica che il Paese vive, li abbiamo affrontati con soluzioni immediate laddove e’ stato possibile. Quando le soluzioni non sono percorribili scegliamo la via della costruzione paziente di riforme destinate a durare oltre il limite del nostro mandato. Chi vuole logorare il governo li chiama rinvii, io li chiamo serietà".
APPLAUSI DA PDL, PD E SCELTA CIVICA – Berlusconi che regge la testa tra le mani congiunte e i gomiti poggiati sul banco al suo posto tra i suoi parlamentari. Non alza quasi mai il volto il leader del Pdl in aula al senato mentre il premier Enrico Letta parla durante il dibattito sulla mozione di sfiducia al ministro Angelino Alfano. Berlusconi alza la testa quando Letta invita i senatori a non cedere al "tic del complotto” e alle "strumentalizzazioni". Lo segue attentamente fino a che il premier invita a non votare la sfiducia ad Alfano. Al termine del discorso il Cavaliere plaude lungamente e, assieme a tutti i senatori del Pdl, si alza in piedi per una standing ovation. Anche dai banchi Pd e di Scelta civica applausi a Letta e senatori in piedi.
































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