Quattordici anni di carcere e 40 mila euro di multa. E’ pesante la richiesta dei magistrati nei confronti di Fabrizio Pellegrino, 50 anni, il prof di Costigliole Saluzzo, nel Cuneese, arrestato lo scorso agosto per avere avuto rapporti sessuali con 19 allievi. Tutti minorenni. A formularla, nel corso del processo a Torino con il rito abbreviato, i pm Patrizia Gambardella e Laura Ruffino, che gli hanno contestato i reati di prostituzione minorile, violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico.
Brutta vicenda, quella del professore. Fino alla scorsa estate, da presidente dell’associazione Marcovaldo, nel Cuneese era una celebrita’: le mostre, i convegni, i progetti di valorizzazione del territorio, la gestione dei palazzi storici e le amicizie con i politici lo avevano trasformato in un pilastro. Poi, il primo di agosto, alla sua porta hanno bussato i carabinieri. Con un mandato di perquisizione. E una settimana dopo e’ scattato l’ordine di custodia cautelare.
Per almeno quattro anni, dal 2010 al 2014, l’uomo secondo l’accusa ha abusato della sua posizione per avvicinare i giovani e attirarli nella sua abitazione. Li’ avvenivano, sempre secondo l’accusa, gli incontri scanditi da pratiche sessuali a pagamento documentate, come veri e propri spettacoli, con immagini poi salvate nel computer. La richiesta di 14 anni di carcere – non e’ stata prevista alcuna attenuante dai pm – e’ ‘scontata’ di un terzo, come prevede il rito abbreviato: in un processo tradizionale sarebbe stata quindi di 21 anni.
Oggi davanti al gup Cristiano Trevisan, a cui tocchera’ pronunciare la sentenza, sono comparsi i legali di sei alunni dell’insegnante, alcuni dei quali tuttora minorenni, che hanno chiesto complessivamente risarcimenti per 290 mila euro. Gli altri 13 ragazzi che l’accusa individua come ‘parti lese’, invece, hanno preferito non costituirsi in giudizio.
Pellegrino, detenuto nel carcere di Torino dallo scorso 8 agosto, era presente in aula e ha preso appunti durante tutta la requisitoria dei pm. L’ex insegnante, che si e’ sottoposto a tre interrogatori nel corso dell’inchiesta, ha accolto la richiesta di condanna con sconforto. I suoi avvocati, Luca Dalla Torre ed Emiliana Olivieri, non hanno chiesto attenuazioni della misura cautelare dopo che in passato gli erano stati negati gli arresti domiciliari. Meglio aspettare il verdetto del giudice. E, nel frattempo lavorare alla difesa. Il processo riprendera’ il 9 marzo proprio da questa.































Discussione su questo articolo