La bandiera italiana rimane alta nel mondo. Se in casa nostra il turismo interno sembra aver perso quel certo appeal che una bella vacanza “casareccia” ha sempre avuto – tanto da far mettere nei decenni passati armi e bagagli sul cofano della propria macchina per partire all’avventura, ma rigorosamente made in Italy – ci pensano per fortuna gli stranieri a prediligere i nostri lidi stimati per arte, cultura, bellezza e, perché no, cucina.
Confesercenti osserva come le valutazioni di merito sull’Italia siano ancora molto positive: come a scuola però, il professore attento all’apprendimento dello studente capace e meritevole non manca di punzecchiarlo per migliorare quei dettagli che fanno la differenza nella preparazione culturale di una persona, anche per l’Italia sulla pagella del turismo il piccolo appunto non manca: “l’allievo è bravo e talentuoso, ma non si applica abbastanza”. E così siamo noi.
Dotati dalla Storia di bellezze mozzafiato e incommensurabili, sopravvissute a millenni di eventi e di intemperie, e poi, ci lasciamo sopraffare da quel lassismo tipico di chi si arrangia e vive alla giornata, campando di rendita senza far fruttare con semplici investimenti un patrimonio che non può essere immune al logorio che non è solo biologico, ma anche culturale. In America la chiamerebbero “The art of getting by”, in molti ce la invidiano, ma perché dobbiamo permettere che siano gli stranieri a salvarci da noi stessi?
Guardando nel dettaglio ciò che la ricerca di Confesercenti ci dice, ci accorgiamo che molte delle nostre potenzialità rimangono completamente sottovalutate e che l’Italia è perennemente schiava di quel divisionismo territoriale che fa pagare un conto salatissimo al Meridione: solo il 13% dei turisti che arrivano in Italia sceglie come destinazione il Sud e se lo fa non è certo per le bellezze artistiche, ma per quelle ambientali.
Ora, tralasciando il fatto che siamo capaci di far deteriorare anche quella ricchezza inestimabile che sono le nostre coste, i nostri mari, i nostri boschi e via dicendo, come possiamo permettere che il nostro Meridione venga archiviato come semplice bellezza paesaggistica? E allora, la Magna Grecia, la cultura araba, i Vespri Siciliani e che, so, Pompei, i bronzi di Riace… Non è cultura e arte tutto questo? Gli stranieri potranno anche essere “incolpevoli distratti”, ma noi che siamo italiani non possiamo in nessun modo permettercelo.
































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