Momenti di evasione. Rappresentazione del costume italiano. Ripetitività nell’alveo della tradizione. Un irrinunciabile appuntamento che inchiodava l’Italia davanti ai televisori, nelle case e nei bar. Canzoni e canzonette. Allegria e piccoli drammi, vittoriosi e sconfitti, celebrazioni e polemiche: questo e altro ancora era il Festival di Sanremo. Una costosa maratona lunga cinque serate: ecco cos’è oggi quello che dovrebbe essere il momento più alto della musica leggera in Italia.
Sessantatre edizioni quest’anno, il Festival costa alla Rai una barca di soldi. Due milioni di euro ogni serata. Budget massimo previsto 12 milioni, non bruscolini, soprattutto se si pensa alla crisi economica che impoverisce di questi tempi il Paese. Soffre l’Italia; una barca di quattrini viene spesa per l’allestimento e lo svolgimento del festival della canzone. Il rientro economico sembra comunque assicurato. Come sempre, alla fine, la pubblicità s’industrierà di mettere a posto i conti Rai: è probabile, quasi certo. Dodici milioni sull’unghia, ma per avere cosa? La previsione di spesa esclude il compenso che andrà riconosciuto a Fabio Fazio, già pattuito. Però la cifra è tuttora avvolta in una nebulosa: c’è aria di mistero dalle parti del teatro Ariston e dintorni.
Il Festival comincia martedì all’insegna delle novità. La Rai l’ha rivoltato intanto a mò di pedalino. Nuovo format, 28 le canzoni ammesse alla gara, interpretate, due a testa, da cantanti definiti “campioni”, e giudicate da una giuria definita a sua volta “di qualità”. Qualche nome? Carlo Verdone, Nicoletta Mantovani, già signora Pavarotti, il giornalista Paolo Giordano, Serena Dandini. Presidente un’icona della musica, Nicola Piovani. Dodici milioni di euro per la messa in scena di questo autentico ambaradan: perché gli ospiti di riguardo costano e i cantanti stranieri pure. Ma vogliamo mettere il cachet di uno dei due presentatori, fermo restando la curiosa segretezza legata al compenso di Fabio Fazio? Luciana Litizzetto, beata lei, porterà a casa 300mila euro. Brava è davvero brava, ma il compenso pattuito sa comunque di esagerazione, se rapportato alle nuove miserie italiane. Oggi più che mai è con la realtà che bisogna necessariamente confrontarsi. La brillante Luciana, principessa dell’umorismo e portatrice di meravigliosa ironia, guadagnerà il doppio di Belen Rodriguez. Nell’edizione 2012 del Festival, fu infatti 150mila euro il cachet alla show girl argentina, il lato B più famoso e ammirato d’Italia, e quella farfalla colorata tatuata in prossimità del prezioso inguine. Fece scalpore, Belen. Un’esibizione appunto da 150mila euro, pari a quelli incassati da Elisabetta Canalis, in quel festival segnato dalle donne. Questa volta l’unica donna sarà lei, Luciana Litizzetto. “Se non sbaglio, non sono neanche una figona”, come da esatta trasposizione regalata nella conferenza stampa di presentazione. Lei e Fazio. “Siamo ormai una coppia di fatto. Stiamo studiando come andare a Parigi per regolarizzare la nostra unione”. Ironia di qualità, la specialità della ditta.
La Rai informa intanto di aver sminuzzato, limato, tagliato i costi nella misura del dieci per cento. Fabio Fazio è il direttore artistico nell’imminente giostra della canzone 2013. Michele Serra e Fabrizio Piccolo due del quintetto che supporta il presentatore-direttore. Mauro Pagani è il presidente del qualificato gruppo. I cantanti stranieri costeranno in blocco 95mila euro. Gli autori (Simona Ercolani, Federico Moccia, Ivano Balduini, Michele Ferrari, Francesco Valitutti) si divideranno 340mila euro, spese a parte. Prestigiosi i nomi degli ospiti in arrivo, allettati da cachet di norma invitanti. Fior da fiore, incuriosisce la partecipazione di Carla Bruni, la signora Sarkozy ex lady Francia. Poi, il cantautore brasiliano Caetano Veloso, Toto Cotugno, Al Bano, I Ricchi e i Poveri, l’immarcescibile Pippo Baudo, Beppe Fiorello, il famoso pianista Daniel Ballenbom, il direttore d’orchestra nuovo fenomeno Daniel Harding, l’israeliano Asat Avidan, una splendida voce, e il nostro straordinario Andrea Bocelli. Sul palco, Marco Alemanno, compagno di Dalla, contribuirà al ricordo dell’indimenticabile Lucio. Campo e spazio anche ai protagonisti della vita sportiva d’Italia: il formidabile ex Roby Baggio, il tecnico Vincenzo Montella, allenatore della Fiorentina rivelazione del campionato di A, la fiorettista Ilaria Salvatori, campionessa olimpionica a squadre a Londra 2012, e il pallanuotista campione del mondo e medaglia d’argento ai Giochi di Londra, Stefano Tempesti. Un ricco parterre di ospiti, come da tradizione. Sul palcoscenico dell’Ariston, al di là cantanti e canzoni talvolta discutibili, non c’è posto per gli invitati di prima classe o super. I nomi di prestigio costano, ma la Rai assicura che il tempo dei cachet folli è finito con l’avvento di crisi e recessione. Gianni Morandi intascò 800mila euro più 25mila per ogni telepromozione, nel 2011 e nel 2012. Adriano Celentano ebbe per due serate 750mila euro, poi devoluti in beneficenza. Benedetta e sponsorizzata da chissà chi, la modella ceca Ivana Morozova è stata gratificata lo scorso anno con un cachet di 300mila euro. Un compenso assurdo, ingiustificato. Ma Sanremo è così, malgrado la Rai abbia operato tagli e stretto i cordoni della propria borsa. Sanremo resta comunque il posto (e l’occasione) migliore per chi riesce a cantare fuori del coro a generale richiesta.
































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