“E’ una cosa della quale non vorremmo mai né leggere né vedere immagini in tv, ma purtroppo accade. L’orrore insensato avvenuto ieri a Centocelle, che ha visto morire tragicamente bruciate vive due bambine e una ragazza di etnia rom, lascia sgomenti. E’ una vicenda che suscita partecipazione e dolore ma, allo stesso tempo, non possiamo non fare alcune riflessioni sulla situazione dei nomadi presenti sul territorio italiano e, nel senso più stretto romano, che dimostrano i tentativi falliti dello Stato e delle amministrazioni capitoline”. Lo dichiara Francesco Figliomeni, consigliere capitolino di Fratelli d’Italia.
“La tragedia avvenuta ieri non è la prima, infatti già lo scorso venerdì un altro camper in via Balzani abitato da nomadi era stato bruciato, ma questa volta a far scalpore è il fatto che purtroppo siano morte delle persone tra cui dei minori. Nella Capitale, dopo il disastro sul tema dell’Amministrazione Marino, la gestione dei nomadi è ancora in alto mare ed i tanti bei proclami di cambiamento purtroppo restano tali. I romani ancora ricordano le affermazioni del sindaco Raggi che, in campagna elettorale aveva promesso di chiudere i villaggi attrezzati, in una logica del superamento dei campi rom, poi la medesima ha finito per procedere sulla stessa strada del suo predecessore e non si intravede alcuna soluzione. Era stata annunciata la chiusura delle strutture esistenti ma la realtà cruda è che ci vogliono progetti mirati e rispetto delle regole e non solo le belle parole ad effetto buttate li in momenti di emergenza per tacitare le nostre coscienze”.
“Il buonismo “peloso” non ci aiuterà a trovare una soluzione; fino ad oggi l’irrisolta “questione nomadi” a Roma negli ultimi dodici anni è costata circa 200 milioni di euro, sborsati dai cittadini romani che si trovano a vivere in un continuo stato di insicurezza. Non c’è nessun tipo di razzismo, questo ci teniamo a sottolinearlo, chiediamo soltanto regole certe a salvaguardia dei cittadini e la fine del degrado che sussiste nei campi a vantaggio degli stessi nomadi, altrimenti continueranno le tensioni sociali che in un futuro non troppo lontano potrebbero creare una “bomba sociale” non più gestibile”.
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