“Cercando di giustificare le misure del provvedimento meglio noto come “rientro dei cervelli”, il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha parlato di moltissimi “fenomeni assolutamente da censurare” che motiverebbero l’importante stretta sulle agevolazioni contenute nello schema di decreto. Fra questi: “il fatto che magari qualcuno rientrasse e prendesse residenza al Sud per avere una maggiore detrazione e poi non contribuisse allo sviluppo del Meridione, ma andasse a lavorare da qualche altra parte, oppure quelle pratiche elusive adottate da certi gruppi che, pur rimanendo nel proprio perimetro societario, trovavano il modo di suddividere il vantaggio tra il dipendente e il gruppo per metterlo a carico dello Stato” e che, cito sempre: “dei 24.450 impatriati, i ricercatori e i docenti sono circa 1.200; gli altri sono top manager o manager o anche semplicemente delle persone che hanno sfruttato un’agevolazione che non è che non costi”, specificando che: “l’effetto sulle casse dello Stato di questo regime agevolativo è valutabile in 1,3 miliardi di euro annui”.
Anche il viceministro Maurizio Leo ha ribadito che la finalità del provvedimento è quella di: “colpire ulteriormente i diversi profili abusivi che nel corso degli anni si sono verificati”.
Ebbene, sarei curioso di conoscere i numeri. Ho quindi depositato un’interrogazione urgente per chiedere al titolare del Mef se non intenda pubblicare i dati relativi a quei “profili abusivi” verificatisi.
Vorrei sapere su che basi sia stato conteggiato il costo di 1,3 miliardi di euro annui relativo al regime agevolativo per i lavoratori impatriati, a quanto ammontino effettivamente le sanzioni emesse dalle Agenzie dell’entrate nei confronti di italiani espatriati che avrebbero frodato il fisco nei termini descritti o quante sarebbero le persone che hanno dichiarato la propria residenza al Sud e invece residenti all’estero.
Ho anche chiesto di sapere se il ministero abbia contezza del numero di persone in procinto di trasferirsi, ovvero di coloro che hanno già comprato un’abitazione o accettato un lavoro o avviato pratiche burocratiche inerenti, che in conseguenza del nuovo regime si troverebbe bloccata a metà strada e se sappia a quanto ammonterebbe il danno economico prodotto ai nostri concittadini in procinto di rimpatriare. Perché sono centinaia le persone che ci hanno scritto allarmate, il cui futuro prossimo è stato messo in seria difficoltà da queste modifiche, adottate in modo inatteso e con effetti retroattivi. In molti, rinunceranno.
Per questo vorrei sapere se il ministro abbia calcolato a quanto ammonterebbe il costo per il nostro Paese dovuto alla perdita d’indotto che i rimpatri porterebbero in dote. Causando un danno inestimabile al nostro Paese, perché vorrei ricordare a questo governo che il vero valore della nostra “Nazione”, del nostro Made in Italy, non sono solo i prodotti, le mura, o le macchine, o i quattrini: sono le persone”.
Sen. Andrea Crisanti, deputato Pd eletto nella ripartizione estera Europa