Scusate, ma chi è questo Francesco Giacobbe che parla di italiani all’estero, riforme costituzionali, emigrazione? Non sarà mica quel senatore del Pd eletto nella IV circoscrizione elettorale che comprende Africa Asia Oceania e Antartide e che ha confuso il proprio seggio parlamentare con il diritto a vivere un’eterna vacanza romana? Già, perché questo signore in tutti questi anni ha fatto poco o nulla per gli italiani nel mondo. Ed ha il coraggio di parlare? Tutto questo è ridicolo.
Noi in Africa non abbiamo dimenticato.
Non dimentichiamo che il suo ex-governo ci ha chiuso il Consolato di Durban, l’Ambasciata in Namibia, ha abbandonato gli italiani in Zimbabwe, in Madagascar e in tante altre zone dell’Africa. Anche qui ci sono italiani suoi elettori appartenenti alla IV circoscrizione elettorale.
Noi non dimentichiamo che il suo partito con la riforma costituzionale voleva ridurre il numero dei parlamentari, compresi quelli all’estero: sarebbero rimasti in 12 anziché 18, via tutti i senatori. Allora era giusto ridurre il numero degli eletti all’estero, ora non lo è più? Quando era lui al governo non si è prodigato a pubblicizzare tra gli italiani una petizione in difesa dei diritti delle nostre rappresentanze, adesso sì; bella coerenza, grande onestà intellettuale.
Noi non dimentichiamo l’emendamento Fiano (di fatto Fiano-Porta-Garavini), da lui votato, misura sciagurata e vergognosa che ha consentito alla partitocrazia romana di impadronirsi della circoscrizione estera una volta per tutte, permettendo anche ai non iscritti all’AIRE di candidarsi all’estero, mentre gli iscritti AIRE non possono candidarsi in Italia.
Il senatore Giacobbe solo per questo dovrebbe andarsi a nascondere, perché a causa dell’emendamento Fiano, del Pd, già oggi gli eletti all’estero in Parlamento sono meno di 18, visto che ci sono persone residenti a Roma e che gli italiani nel mondo li vedono col binocolo.
Ci sono cose più serie e più urgenti di cui occuparsi, ad esempio della sciagurata CMC di Ravenna, cooperativa rossa che opera in diversi Paesi dell’Africa e che combina disastri all’interno delle nostre comunità, nel Kwazulu-Natal a forza di corruzione e tangenti si è aggiudicata una commessa di 3.6 miliardi di Rand su un appalto da 7 miliardi di Rand, facendo affari loschi con amministratori locali.
Questo comporta il fallimento di ditte italo-sudafricane che hanno impiegato anni, decenni, a crescere con il duro e onesto lavoro e che adesso debbono licenziare il personale perché non possono pagare neanche i fornitori.
Tra questi licenziamenti ci sono italiani nati qui in Africa e come se non bastasse la nostra reputazione, il nostro Made in Italy, da noi costruito, viene distrutto, infangato ad opera di questi malfattori. Di questo, caro senatore Giacobbe dovrebbe preoccuparsi.
O ancora della situazione in cui versano i nostri connazionali in Zimbabwe, che sono alle prese con un esercito che ha preso il controllo del Paese e che sta massacrando la popolazione, ma nessuno se ne interessa.
Noi non ci stiamo, non entriamo nel gioco di gruppo che vorrebbero portare avanti i soldatini di partito. Ma soprattutto, caro Sen. Giacobbe, non provate ad usare Comites e CGIE nei vostri giochetti loschi. La musica è cambiata e gli italiani all’estero lo sanno, specialmente qui in Africa. Noi continueremo a lavorare, a testa bassa, nell’interesse dei nostri connazionali residenti oltre confine, compresi quelli dell’Australia, per troppo tempo presi in giro e male rappresentati.
Riccardo Pinna
Consigliere e Componente CdP del CGIE Africa