Punta Cana (Repubblica Dominicana) – “La salud ya es para todos”. Lo annuncia una serena vecchietta dominicana che sorride dal manifesto della SeNaSa (acronimo di seguro nacional de salud, equivalente della nostra Asl) che sta facendo informazione.
Il Paese e’ grande appena come la Lombardia, ma sembra avere a cuore i cittadini, e non soltanto indigeni: lo sforzo si estende anche ai tanti stranieri, ai residenti, e in generale un po’ a tutti.
Niente grandi promesse: un servizio senza pretese, che offre quel che puo’ ma lo fa in modo semplice e facile. Sconosciuto lo stress, le attese semestrali per una radiografia, le burocrazie pelose.
Due le formule di assistenza: “regime contributivo” per i dipendenti, con versamenti del datore di lavoro. Lo accettano quasi tutte le strutture sanitarie, offre ricoveri interventi accertamenti diagnostici e cure mediche. Ti fanno quel che serve e te ne vai senza pagare.
L’altro e’ il “regime social”, senza versamenti, aperto a tutti, giovani e vecchi senza limiti di eta’, sani e malandati. Totalmente gratuito, copertura piu’ modesta, ricoveri e accertamenti nei pochi centri convenzionati, medicine salvavita e poco altro.
Affiliarsi e’ facile. Si va allo sportello, documento modulo iscrizione. Vi rilasciano un foglietto timbrato e vi dicono di tornare dopo un paio di mesi a ritirare la tesserina plastificata. Che non arrivera’ mai. Ma non importa, perche’ al Caribe quel che conta e’ che fate parte della grande famiglia.
Per restare nell’attuale, in questi giorni la grande famiglia, nella persona del direttore esecutivo di SeNaSa, Mercedes Rodriguez Silver, ha fatto qualcosa in piu. In aggiunta al programma Vacunate RD, ha approvato la Risoluzione 229-2020 che garantisce agli affiliati, pensionati, e anche non affiliati (quindi anche a chi non ha nessuna assistenza) la copertura dei test di laboratorio PCR SARS-COVID-2, cioe’ i tamponi per la prevenzione e il controllo del Covid. C’e’ qualche piccola restrizione-attenzione da rispettare, ma in sostanza sei protetto.
Piani opzionali con piccolo premio mirato per: ambulanza aerea e terrestre, medicamenti speciali, dentistica, funerali.
Per le gravidanze, che nel paese dell’amore sono senza freni e senza soluzione di continuita’, ci sono gli ambulatori dedicati aperti a tutte, haitiane comprese. Poi ci sono i farmaci. Se per esempio siete di quelli che hanno bisogno, diciamo, della pillola per la pressione o dell’ormone quotidiano o del calcio per le ossa, potete andare al Servicio Regional de Salud (semplice ma pulito, addetti sorridenti e solidali) dove, ricetta alla mano e senza farla lunga, vi danno un paio di mesi di cura gratuita. In alternativa c’e anche il camper della Clinica Mobil de Atencion de Salud (assistenza allargata anche agli stranieri), parcheggiato stabilmente in apposita area, stesse finalita’ e servizi.
Ma c’e’ anche la farmacia del Poliambulatorio dell’Ayuntamiento (il Comune). La chiamano Farmacia del pueblo, prezzo politico, con 15 pesos (un quarto di dollaro) si compra quello che altrove costa 1500 (circa 20 euro). Ogni farmacia fa il suo listino, niente prezzo imposto e ti fanno lo sconto.
Comunque, la notiziona e’ che si compra quello che si consuma. Aspirina in emergenza? Ecco qua una pastiglia. Tre giorni di antibiotico? Totale tre compresse. Si aprono le scatolette e si distribuisce. Niente sprechi, pochi rifiuti tossici, un po’ di rispetto per il Pianeta, nessuna soggezione alle multinazionali del farmaco. E questa e’ la buona notizia.
Quella cattiva e’ la plastica. Sacchetti imballi e bottiglie dilaganti ovunque in allegra sconsideratezza. Sono le contraddizioni di un paese in via di sviluppo, e bisogna anche saper dare un po’ di tempo al tempo.