Matteo Renzi continua la sua campagna per il Sì al referendum costituzionale. Durante una iniziativa pubblica a Piombino, il presidente del Consiglio parla di un passato che non vuole lasciare spazio al futuro: “D’Alema dice ‘noi in sei mesi, diciamo, faremo la riforma, diciamo…’. E’ stato 40 anni lì, non poteva farla prima? Perchè devono impedire a noi di provarci? Perchè se loro hanno fallito devono impedire alle nuova generazione di provarci? Perche’ far male al futuro dopo aver bloccato il passato?”.
“Ma come fanno a stare insieme quelli del No?”, si domanda Renzi. Come fa “Salvini a stare insieme al grande statista del no Mario Monti quello del ‘ce lo chiede l’Europa’. Hanno idee diverse su tutto”. E come si fa “a tenere insieme uno come D’Alema, e la sua storia politica… Boni, guai a chi fischia…, con Beppe Grillo? Cosa tiene insieme il grande ideologo della politica con l’ideologo dell’antipolitica?”.
Se al referendum vince il No “non arrivano le cavallette alle porte, ma non arrabbiamoci se poi non cambia niente”. “La gente pensa che sia un referendum su di me anche per colpa mia. Il sì o no non è sul processo alle intenzioni, su come è andata la campagna elettorale, ma sul quesito”.
“Per ridurre la casta non serve il talk show. Per ridurre la Casta serve una matita: un si’ o un no’. Il si’ e il no e’ sulle riforme”. “Poi non vi lamentate se non cambia nulla. Se vince il no quelli non sono d’accordo su niente”, aggiunge il premier. “Si deve decidere se si vuole cambiare o no”.
“Posso dire con franchezza che non sono stato scelto perche’ ero la prima scelta. Io ero l’ultima spiaggia”. “Io me lo immagino il presidente della repubblica e gli altri che avranno fatto un ragionamento come per dire: ‘giu’ giu’, proviamo anche questo’. Tale era la crisi che avranno detto cosi’…”.
“Io da piccolo non volevo abolire il bicameralismo paritario, volevo vincere lo scudetto con la Fiorentina. Ma oggi ho più possibilità di abolire il bicameralismo paritario che vincere lo scudetto. Potendo scegliere, non avrei dubbi…”. “Dopo il referendum voglio che tutti noi con forza diciamo o si cambia o l’Italia smette di essere il salvadanaio dell’Ue”.
“Quelli del No dicono che se perdono faranno ricorso, noi non faremo ricorsi e controricorsi, faremo una battaglia con il sorriso e parliamo del merito. Il tentativo e’ di buttarla in rissa, la nostra reazione e’ calma e gesso, sorrisi e tranquillità”.
“E’ iniziato il percorso della crescita ma ancora si va troppo piano. La mia tesi, per cui dico che il referendum è fondamentale, è che la macchina è stata rimessa nella direzione giusta ma va ancora troppo piano”. “L’Italia può andare veloce ma deve accelerare il passo e non si può continuare a essere circondati da burocrati e burocrazie, 950 parlamentari, enti inutili, ecco perchè bisogna cambiare. Le riforme servono a far correre il Paese”.





















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