Giorgia Meloni non aveva e non ha nessun interesse a montare una polemica contro Mattarella ed ha fatto benissimo a sostenere “caso chiuso”, ma è gravissimo che in una pubblica cena, presenti 16 persone, il segretario del Consiglio Supremo di Difesa (primo “civile” nominato da Mattarella in un posto che era sempre stato affidato a una carica militare) ovvero l’ex parlamentare – prima dell’Ulivo e poi del PD – Francesco Garofani, già componente per tre anni della Direzione Nazionale PD, si sia permesso di auspicare non solo la caduta della Premier ma un “salutare scossone” per rimettere in piedi una coalizione di centrosinistra alla Prodi ed affidata a Ruffini.
E’ ancora più grave che quando la cosa è diventata di dominio pubblico Mattarella non l’abbia fatto immediatamente dimettere ma (per ora) mantenuto nel ruolo, dicendogli – sostiene Garofani – “di non preoccuparsi”.
Se è difficile fare il Presidente della Repubblica quando sei un esponente ufficiale della sinistra ed hai un governo di colore opposto (ma sostenuto dal voto popolare) è inaudito mantenersi un “consigliere” così sprovveduto, che pubblicamente faccia uscire “tra amici” quella che è la verità dei fatti, ovvero che la Meloni sta sulle croste ai più intimi “consiglieri” dello staff presidenziale che le remano contro e tramano contro il governo e con il Presidente che perde così credibilità, indipendenza ed autorevolezza del suo ruolo.
Altro che far finta di essere “super partes” e “garante” del voto popolare.































