Come era prevedibile si è conclusa con un nulla di fatto, nell’aula della Camera dei deputati, la seconda giornata di votazioni del Parlamento in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica. I
l terzo scrutinio ha visto ottenere la maggioranza dei voti a Ferdinando Imposimato (126), seguito da Vittorio Feltri (56 voti) e Luciana Castellina (33). Il Parlamento tornerà a riunirsi domani alle 9,30 per la quarta votazione, che potrebbe essere quella definitiva. A meno che…
Matteo Renzi, finite le prime tre votazioni, prende carta e penna e con una nota diffusa alle agenzie lancia il suo appello alle diverse forze politiche, a tutti i grandi elettori: siate responsabili, votate Sergio Mattarella come nuovo presidente della Repubblica.
"Siamo di fronte alla concreta possibilità – dichiara il premier – che una personalità autorevole e stimata da tutti, un servitore dello Stato come Sergio Mattarella, diventi il Presidente della Repubblica con un voto ampio di settori della maggioranza e dell’opposizione parlamentare. Non e’ una questione che riguarda un solo partito – sottolinea il segretario Pd -: la scelta del Capo dello Stato interpella tutti, senza distinzioni. Per questo auspico che sul nome di Sergio Mattarella – presidente della Repubblica di tutti gli italiani – si determini la più ampia convergenza possibile – conclude Renzi – per il bene comune dell’Italia".
"Renzi chi?”: è la replica di Giovanni Toti (Fi) all’appello di Renzi. Un appello al quale uno come Renato Brunetta, capogruppo Fi alla Camera, risponde picche così: “Di Renzi non ci fidiamo più", ha detto intervenuto alla maratona elettorale su La7 condotta da Enrico Mentana. E a SkyTg24: “Renzi soffre di bulimia di potere, è bravissimo ma non può arrivare al 2018 governando con tre maggioranze diverse, non è pensabile andare avanti con le maggioranze variabili". Cosa farà Forza Italia? Voterà scheda bianca in maniera compatta? “Gli amici di Fitto hanno garantito che voteranno scheda bianca – risponde Brunetta -, come è nella loro natura essendo loro anti-renziani per definizione, anche più di me, e quindi non è più necessario non partecipare al voto, che sarebbe stata una scelta istituzionalmente grave".
Poi Renato Brunetta apprende in Transatlantico, da Maurizio Gasparri, la notizia che Angelino Alfano sarebbe vicino, secondo indiscrezioni di stampa, ad un si’ sul nome di Sergio Mattarella al Quirinale. Gasparri mostra a Brunetta la notizia sul suo cellulare e lui commenta cosi’: "io non ci credo, avranno fatto le loro valutazioni".
Intanto proseguono gli incontri alla Camera fra i big dei diversi partiti. Angelino Alfano, leader Ncd, ha avuto un incontro con il premier Matteo Renzi e poi con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. E dopo l’appello all’unita’ sul nome di Sergio Mattarella quale nuovo Presidente della Repubblica, e’ in corso alla Camera, proprio nel momento in cui scriviamo, una riunione fra esponenti di spicco di Ncd-Ap e di Forza Italia. All’incontro prendono parte fra gli altri i capigruppo di Ap e Fi al Senato, Maurizio Sacconi e Paolo Romani, Pierferdinando Casini, il consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti, e il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti.
NCD VERSO MATTARELLA Ncd verso il si’ a Sergio Mattarella. L’appello all’unita’ sul nome lanciato da Matteo Renzi avrebbe convinto Area popolare a convergere sulla proposta avanzata dal Pd sul Quirinale.
ALFANO SOTTO RICATTO? Fonti di Forza Italia lo fanno filtrare: in queste ore Renzi ha persino mandato qualcuno dei ‘suoi’ da Angelino Alfano per chiedergli le dimissioni dal governo se Ncd non votasse Sergio Mattarella nel quarto scrutinio di domani per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Chi sia stato l”ambasciatore’ del premier non viene rivelato. In ogni caso, spiegano ancora da Forza Italia, la ‘minaccia’ di una richiesta di dimissioni dal ministero dell’Interno sarebbe stata ventilata prima dell’incontro del pomeriggio alla Camera tra Renzi e Alfano. La trattativa si e’ quindi riaperta per convincere Ncd a convergere sul nome di Mattarella.
“RENZI VUOLE ANDARE AL VOTO” Matteo Renzi "non vuole le riforme, non vuole il Governo ma le elezioni. I parlamentari del Pd riflettano". Ne e’ convinto Sergio Pizzolante, numero due dei deputati del gruppo Area Popolare (Ncd-Udc) e coordinatore regionale dei seguaci di Alfano. "Ha ragione Renato Schifani – scrive Pizzolante in una nota – il problema non e’ solo Mattarella ma Renzi, che ha dato la definitiva dimostrazione della sua totale inaffidabilita’. È passato da ‘Enrico stai sereno’ al ‘Berlusconi stai sereno’ ad ‘Alfano stai sereno’". Non si e’ mai visto un presidente del Consiglio, nonche’ capo del principale partito di Governo, fare scelte unilaterali che dividono le forze che fanno le riforme e quelle impegnate nell’azione di Governo".
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