La pensione più alta pagata in Italia supera i 91mila euro lordi mensili. So che fa clamore una pensione erogata dall’INPS di importo così rilevante, mentre fa rabbia quando è frutto (nella maggior parte dei casi) di privilegi e lobby, anziché di una realtà contributiva adeguata. Eppure, io mi pongo il problema all’inverso, per ogni assegno dorato v’è un esercito di sostegni di “plastica”. Sono 7,5 milioni i pensionati che non superano i mille euro lordi di pensione mensile.
La povertà è il vero problema in questo Paese, specie dopo la crisi, e non la ricchezza. Che il sistema sia pieno di falle e storture, è conclamato. Eppure vi sono sempre state, s’è sempre saputo. L’antipolitica, la demagogia, ha saputo soffiare forte su problemi che, non fraintendetemi, andrebbero risolti drasticamente, ma non in maniera prioritaria.
Un Paese che guarda all’emergenza, che non si nasconde dietro specchietti per le allodole, metterebbe mano alle decine di fari spenti invece di toglier potenza agli abbaglianti.
Ripartire dal basso, ripensare ad un welfare inclusivo com’è sempre stato nella tradizione italiana, significa partire dalle fondamenta. Sento spesso dire: “Mettiamo un tetto alle pensioni”, e mai nessuno che prima dica: “Costruiamo il pavimento sociale su cui dare dignità alle pensioni più esigue, inadeguate ai tempi che viviamo”.
Allora invece di partire dal presupposto ideologico fittizio, che la ricchezza vada punita perché immeritata, ritroviamo un anello di congiunzione tra le parti sociali. Si pensi ad un sistema fiscale che (senza defraudare) ridistribuisca le risorse andando pacatamente e continuamente a rimpinguare le tasche di chi non ce la fa più.
Il governo Letta, che della moderazione sembra l’anima, faccia qualcosa di democratico e qualcosa di sinistra, come il suo elettorato gli esorta a fare. Ma mi rendo conto sia agosto, faccia terribilmente caldo, ed è un peccato abbandonare il refrain giustizialista su Berlusconi. Quando ti ricapita una notizia così scottante?
Twitter @andrewlorusso
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