Daniela Santanchè, esponente di punta del Popolo della Libertà, intervenendo a Omnibus su La7, il giorno dopo la sentenza di condanna nei confronti di Silvio Berlusconi, commenta: “Sono stupefatta del fatto che ci chiedano tutti se staccheremo la spina al Governo, oggi abbiamo un problema molto piu’ grave del Governo: la mutilazione della democrazia. Sono sempre stata una donna di destra orgogliosa di essere italiana – aggiunge – oggi invece mi vergogno di essere italiana", parlando dello "schifo" di alcuni giornali "come Fatto Quotidiano" e "Repubblica" "che trattano Berlusconi come un delinquente comune, mentre io ora ho paura di vivere in questo paese e ho paura per me e per il futuro di mio figlio e dei figli dell’Italia, perche’ non viviamo in un paese libero".
"Credo che Berlusconi debba presentarsi davanti al carcere, basta con questa ipocrisia, io non voglio stare nell’ipocrisia, non è vero che gli ultra settantenni non vanno in galera, oggi ce ne sono alcune centinaia in Italia in questo momento". "Mi auguro, in questa vergogna di essere italiana, che Berlusconi non risolva anche questa ipocrisia. Quali servizi sociali, quali arresti domiciliari…- insiste Santanché. "Auspico che il presidente Berlusconi ancora una volta non sia lui a risolvere i problemi della ingiustizia e di chi sta più in alto di lui: l’avete condannato? Pensate che la sentenza sia giusta e non politica? Abbiate le palle di mettere Berlusconi in galera!"
Per la pasionaria azzurra “oggi non è una giornata normale” e dunque “in Parlamento non ci vado: ci vuole anche rispetto per la nostra storia e ci vuole anche un momento di riflessione, non mi sento di andare in Parlamento a votare". La verità, spiega, è che con la sentenza della Cassazione “è stata tolta la rappresentanza politica a dieci milioni di italiani, il centrodestra non c’è senza Silvio Berlusconi, ecco perché insisto sul fatto che c’è una crisi della democrazia e che oggi siamo dieci milioni di pregiudicati". Per Santanché che ribadisce ""di essere stata contraria a questo Governo e di non aver creduto", su questa indignazione il Pdl è compatto: "oggi non ci sono falchi, colombe o pitonesse – precisa – la pensiamo tutti nella stessa maniera: siamo tutti a fianco del presidente Berlusconi". Quanto alla telefonata che avrebbe ricevuto dal Cavaliere per bloccare la manifestazione di ieri in sua solidarietà, Santanché ammette: "E’ vero, il presidente Berlusconi mi ha telefonato e mi ha detto che sarebbe stato meraviglioso, ma che la manifestazione poteva essere interpretata male e che dovevamo essere responsabili e così l’ho fermata, ma io non ero d’accordo".
"I signori della sinistra non si devono lavare la coscienza, come qualche esponente del Pd sta facendo in queste ore, dicendo che il Pdl non è Silvio Berlusconi. Avessero le palle per guardare negli occhi i nostri 5 ministri al Governo e vedrebbero Silvio Berlusconi”, attacca l’esponente Pdl. "Silvio Berlusconi è il Popolo della Libertà, questo Governo è nato per Silvio Berlusconi, l’ha voluto Silvio Berlusconi quindi non si lavassero la coscienza dicendo che il Pdl è un’altra cosa". E aggiunge: "Berlusconi non lascerà la politica, la sinistra in questi venti anni non ha capito niente: ferire Berlusconi vuol dire allungargli la vita, renderlo più forte", sottolineando come oggi "sono in tanti a scriverci, perché c’è gente che non ha mai votato Berlusconi e che oggi è Berlusconi".
Dopo questo pesante colpo al Cav e dunque al partito, “mi auguro che non staremo zitti: la responsabilità va benissimo, ma la responsabilità impone per me anche una reciprocità. Oggi abbiamo delle riunioni, decideremo insieme cosa fare ma auspico che smetteremo il nostro silenzio, che possiamo denunciare con forza e che ce ne facciamo un baffo delle parole di Epifani che ha detto ‘controlleremo’, ‘vigileremo su quello che diranno e faranno.. ma cosa?’", sottolineando come la dichiarazioni di Epifani dopo la sentenza "è stata di un’arroganza assoluta". E conclude: "Ho ancora la speranza di essere un cittadino libero e di potermi esprimere e di poter criticare la magistratura". Se io fossi un ministro? "Non so cosa farei – replica a chi le chiede se si dimetterebbe – perché non lo sono. Oggi – insiste – c’è un momento di riflessione, poi però deve esserci il momento dell’azione, perché il patrimonio di Berlusconi sono quei dieci milioni di italiani che l’hanno votato e l’unica cosa che non voglio fare è deludere l’elettorato di Berlusconi".
Guardando al futuro del PdL – o di Forza Italia -, a chi le chiede cosa pensa di Marina Berlusconi leader, Santanchè risponde: “Sarei contenta che per questo giro ci fosse ancora il presidente Berlusconi, poi dopo… Marina mi va benissimo. Non solo perche’ e’ una donna, e questo paese ha bisogno di piu’ donne, perche’ hanno il coraggio di parlare come mangiano, e poi sarei entusiasta dell’idea di una donna con le capacita’ di Marina".
































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