In una lettera di replica ad un articolo di Giovanni Orsina sulla Stampa Gaetano Quagliariello, ministro per le Riforme Istituzionali sostiene che "la prima grande rivoluzione liberale intrapresa da Silvio Berlusconi è aver introdotto in Italia il bipolarismo e l’alternanza: aver sottratto lo scettro ai partiti e averlo consegnato agli elettori".
Secondo il ministro "oggi il centrodestra è a un bivio. Può vivere da protagonista una stagione di riforme puntando a istituzionalizzare la rivoluzione del ’94. Oppure può far naufragare questo percorso, iscrivendosi allo schieramento dei conservatori del vecchio e finendo col favorire quelle ipotesi neocentriste che Orsina paventa e dalle quali gli ‘innovatori’ decisamente rifuggono".
Inoltre secondo il ministro "la vera sfida che segnerà la sorte del governo saranno i tagli di spesa che dal 2014 dovranno consolidare l’inversione di tendenza".
E conclude: "L’idea di movimento politico che abbiamo in mente si rifà a quel passaggio dalla democrazia dei partiti alla democrazia degli elettori compiutosi nel 1994 grazie a Silvio Berlusconi. E’ nel solco di quella svolta epocale, che poi è il fondamento della nostra storia, che noi vogliamo proiettarci. E se parliamo di primarie più che di congressi, di elettori più che di quadri di partito, è proprio per restare fedeli all’idea di un centrodestra maggioritario e vincente. Di Silvio Berlusconi ce n’è uno solo e non vi è sentenza che possa imbrigliare il suo carisma. Proprio per questo, il modo migliore per stringersi attorno a lui è declinare la sfida del ’94 con gli strumenti che la realtà di oggi, ingiusta ma ineludibile, ci mette a disposizione".
































Discussione su questo articolo