Pier Luigi Bersani, intervistato dal quotidiano la Repubblica, dice no a un “governissimo” e chiede la fiducia a tutti i partiti: il leader del Partito Democratico proporrà, prima in direzione e poi al presidente della Repubblica, un “governo del cambiamento”, che si assumerà “la responsabilità” di guidare personalmente: un governo che proporrà “sette o otto punti qualificanti” sui quali chiederà la fiducia in Parlamento.
Secondo il leader del Nazareno, "c’e’ da rispettare l’esito del voto. In secondo luogo c’e’ bisogno che ciascuno si assuma le sue responsabilita’. A noi spetta la prima parola perche’ abbiamo la maggioranza, larga alla Camera e relativa al Senato. E allora, per noi responsabilita’ significa cambiamento. Il cambiamento non e’ un’esclusiva di M5S. Anche noi l’abbiamo chiesto, l’abbiamo praticato e oggi e lo invochiamo con ancora piu’ forza".
Beppe Grillo? "Leggendo la nostra Costituzione, votare legge per legge non e’ sufficiente, perche’ un governo nasce con un voto di fiducia o non nasce per niente. Ora sta a lui scegliere. Il cambiamento non lo fai con quelli che di una torta si vogliono mangiare solo la ciliegina. Il Paese va governato, non puo’ essere lasciato allo sbando di fronte all’Europa e ai mercati". “Finora il suo slogan e’ stato ‘tutti a casa’. Bene, ora che dentro la casa c’e’ anche lui dica con chiarezza se vuole andare via anche lui o se e’ interessato a ristrutturare la casa".
D’Alema nei giorni scorsi ha proposto di cedere al M5S e al Pdl la presidenza di Camera e Senato. Che ne pensa Bersani? “Non mi discosto da quello che ho detto in campagna elettorale. Chi arriva primo non ha l’esclusiva sulle cariche istituzionali. Ma ci sono due aspetti che mi preme sottolineare. Il primo: l’emergenza non si affronta con i vecchi schemi da cittadella assediata della politica. Il secondo: quando ci sono in ballo le istituzioni sono aperto a tutte le ipotesi, ma quando si parla di governo non possono esserci ambiguità".
































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