So di essere molto critico su questo punto, ma la nuova legge elettorale è un pasticcio ed è incredibile che Silvio Berlusconi si accodi a Renzi per votarla, salvo che insieme abbiano deciso di fondare una specie di nuova Dc.
Ci si lamenta sempre della scarsa qualità della classe politica (che è indubbiamente peggiorata da quando è formata non più da eletti ma da “nominati”) e si va ad approvare una legge dove nell’unica Camera più di 500 deputati su 630 saranno scelti da pochi leader di partito.
La scelta “ufficiale” di Forza Italia di votare con il governo tenendolo in piedi è semplicemente suicida, eppure c’era la possibilità con semplici accorgimenti tecnici (per esempio il voto di preferenza su liste ristrette di collegio) di far eleggere i migliori candidati scelti dai cittadini, ma assolutamente non si vuole farlo: servono evidentemente solo “coristi”, non persone che abbiano una eventuale indipendenza di pensiero.
Non solo, uscirà alla fine un Parlamento a camera unica con il 55% degli eletti di un solo partito, la cui lista probabilmente avrà di poco superato il 30% dei voti. Per gli altri partiti verranno eletti solo i capilista, tutti “nominati”e con i singoli leader che potranno candidarsi addirittura fino a 10 circoscrizioni contemporaneamente per ulteriormente poi scegliere tra amici o nemici. Chi la vota spera di rimanere nelle grazie del Capo per un posticino, tutto qui, ma in passato molti sono poi stati bellamente giubilati.
Temo che il nuovo testo sia anche incostituzionale: la stessa Corte Costituzionale che ha bocciato la precedente legge elettorale credo boccerà anche questa legge, ma intanto avremo un altro parlamento delegittimato.
Grande occasione sprecata e grande errore storico di Berlusconi che poteva prendere in mano il vessillo del difensore della legalità, del pluralismo e della democrazia, di quello “stato liberale” di cui parla soltanto. Anche lui però – come Renzi – non vuole oppositori, costi quel che costi. Ma qualcuno glielo ha spiegato che dovrebbe moralmente pensare anche al bene dell’Italia? Siamo tornati indietro al 1990: pazienza, moriremo tutti democristiani! *ex deputato PdL, già sindaco di Verbania
IL COMMENTO DEL DIRETTORE
Caro Marco, vorrei dire la mia, per quanto possa valere, sulle preferenze. E’ vero, anche io – a pelle – preferirei le preferenze ai nominati. Poi però ci ragiono e penso: all’estero noi le preferenze le abbiamo. E a cosa sono servite? A portare in Parlamento gente come Razzi, Caselli e Di Girolamo, solo per citarne alcuni.
Forse le preferenze non sono il problema. Forse il problema sono le forze politiche, i partiti, che non sanno selezionare come si deve i propri candidati. Invece imparino a farlo, si assumano la responsabilità delle proprie scelte, e li mettano pure in liste blindate. Anche all’estero, arrivo a dire. Perché tante cose abbiamo visto e la teoria delle preferenze non convince più e ha dimostrato più volte di essere molto fragile.
LA CONTROREPLICA DI ZACCHERA
Osservazioni giustissime, ma la soluzione sta nel concetto di preferenza in una breve liste di collegio, ovvero su un’area ristretta (più o meno 300.000 – 500.000 elettori) dove scegliere e conoscere di persona sia possibile. Su questo la formula Italicum dei 100 collegi può essere giusta, ma se i nomi poi sono tutti bloccati…
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