Sono cinque gli alpinisti italiani morti in Nepal in due distinti incidenti sulle montagne himalayane, provocati da tempeste di neve e valanghe che negli ultimi giorni hanno colpito il Paese.
Due di loro, Stefano Farronato e Alessandro Caputo, hanno perso la vita sul picco Panbari, come confermato dalla Farnesina.
Altri tre italiani sono invece rimasti vittime di una valanga sullo Yalung Ri, una cima di 5.630 metri nel Nepal orientale, dove sette persone in totale hanno perso la vita: oltre ai tre connazionali, anche un francese, un tedesco e due guide nepalesi.
Secondo i media locali, due degli italiani facevano parte di una spedizione organizzata dall’agenzia Dreamers Destination Treks, mentre il terzo era impegnato con un team di Wilderness Outdoors.
Alcuni alpinisti sopravvissuti hanno raccontato momenti drammatici.
“Abbiamo sentito un forte rumore, poi le lastre di neve si sono staccate e siamo rimasti intrappolati”, ha detto il francese Didier Berton, 61 anni, dall’ospedale di Kathmandu. “Siamo riusciti a salvarci solo perché eravamo più in alto sulla parete”.
Le operazioni di recupero dei corpi sono ancora in corso, mentre le autorità nepalesi e la Farnesina stanno collaborando per fornire assistenza ai familiari delle vittime.































