Ieri il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha parlato dei problemi del Sud e ha affermato che senza questa parte del nostro Paese non può esserci il rilancio. Per capire i problemi del Sud bisognerebbe risalire al 1861 e non credo che sia il momento di fare una ricerca storica. Tra l’altro, ho tratto l’argomento sul mio blog "Italia e Mondo". I problemi del Sud sono vecchi e sono frutto di politiche sbagliate. Basti pensare all’assistenzialismo della I Repubblica, in cui venivano dati soldi a destra e a manca. Ciò non aiutò il Sud a svilupparsi, ma fece ingrassare certi ceti politici che spesso erano corrotti o collusi con la criminalità organizzata. Purtroppo, questa situazione non ha solo danneggiato il Sud ma anche il Nord che produce ricchezza, che però è oberato da un sistema sprecone. Questa situazione è tuttora presente ed è aggravata dalla crisi economica.
Più di altri, siamo noi giovani a risentire degli effetti devastanti di questa crisi. C’è chi teme una nuova "ondata migratoria" dal Sud al Nord del Paese. Il problema è che, qui al Nord, non c’è lavoro nemmeno per noi giovani settentrionali. Io stesso, che sono in cerca di lavoro, posso testimoniarlo. Giusto ieri, ero andato a Castel d’Ario (Comune della Provincia di Mantova), a fare una domanda di lavoro presso un’azienda che fa carpenteria. Il responsabile dell’azienda con cui ho parlato mi ha detto testualmente che, pur accettando il mio curriculum vitae e sperando in tempi migliori, mentirebbe se mi dicesse che sarei stato assunto, almeno nell’immediato. Sono andato anche in altre aziende e mi sono sentito rispondere che non si fanno più assunzioni e che addirittura si è costretti a licenziare. Una volta, sono entrato persino in un’azienda che aveva mandato i suoi dipendenti in cassa integrazione. Se il lavoro non c’è per noi del Nord, figuriamoci se c’è per i nostri coetanei del Sud. Qui servono delle riforme strutturali serie. Il federalismo è una di queste perché, finalmente, porrebbe fine a quell’assistenzialismo di cui ho scritto prima. Per il Sud, servono nuove politiche. Bisogna inculcare nelle classi dirigenti meridionali (e non solo) il principio di sussidiarietà, un principio che tende a favorire solo i progetti virtuosi. Bisogna smetterla di finanziare progetti che rischiano di essere inutili. Un progetto dovrà essere finanziato solo se sarà utile. In pratica, servirà la responsabilità.
Le parole del presidente Napolitano debbono farci riflettere, ma bisogna implementare nuove misure che favoriscano la crescita. La manovra economica che è stata recentemente approvata serve a mantenere i conti pubblici in ordine ed è utile. Però dopo bisognerà favorire la crescita e fare le riforme strutturali. Solo così si potrà andare avanti.
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