Quando due anni e mezzo fa Walter Mazzarri approdò alla panchina del Napoli la squadra azzurra veleggiava, con sette punti dopo sette partite, ai margini della zona retrocessione. L’elenco dei risultati raggiunti sotto la gestione del tecnico di San Vincenzo è assolutamente significativo: sesto posto e qualificazione all’Europa league nella prima stagione; superamento del girone eliminatorio in Europa con sfortunata esclusione per mano del Villareal, con terzo posto in campionato e conquista della Champions nel secondo anno trascorso dal tecnico all’ombra del Vesuvio; trionfale girone nella massima competizione continentale facendo fuori il Manchester City prima di dover cedere alla maggiore esperienza del Chelsea, conquista della finale di Coppa Italia e rincorsa quasi riuscita al terzo posto in campionato nella stagione in corso. Risultati che diventano quasi impressionanti se si pensa che in 12 anni di carriera Mazzarri li ha sempre centrati ovunque sia andato ad allenare. Dal Livorno portato trionfalmente in serie A,alla Reggina salvata pur partendo da un meno 9 in classifica, alla Sampdoria condotta in Europa e alla finale di Coppa Italia,Walter non ha mai fallito gli obbiettivi stagionali. Credo si possa affermare che se si facesse una classifica degli allenatori analizzando il materiale umano a disposizione, Mazzarri sarebbe sicuramente al primo posto tra quelli che operano nel campionato italiano. La concretezza tecnico tattica si è sempre sposata in questi anni con la capacità di costruire ovunque gruppi coesi con i giocatori sempre difesi a spada tratta dal loro leader e pronti a dare sempre il massimo per la causa al di là di egoismi e personalismi.
Tanto per fare l’esempio del Napoli, Mazzarri ha recuperato giocatori come Grava e Aronica finiti ai margini della squadra, ha aspettato Lavezzi affinchè maturasse anche come goleador e soprattutto ha esaltato le doti di Cavani, considerato a Palermo un buon giocatore ma non certo il fuoriclasse capace di segnare 60 goals in maglia azzurra. Ma quello che colpisce è la dedizione alla squadra dimostrata costantemente dal Matador come dall’ultimo dei gregari convinti sia dallo spartito che dal maestro dell’opera che sono chiamati a interpretare. La crescita in questi anni è stata così travolgente che non solo i tre tenori ma anche Mazzarri stesso è finito sotto la lente d’osservazione di grandi club italiani ed europei. Massimo Moratti ha più volte manifestato la sua stima pubblicamente al tecnico toscano e anche in Spagna e Inghilterra non sono rimasti insensibili alle imprese centrate dal Napoli in Champions league. Mazzarri ha con il Napoli ancora un anno di contratto che ha già detto di voler rispettare. Fossimo nel presidente De Laurentiis che, dopo le frizioni della passata stagione, sembra aver ritrovato un ottimo feeling con il suo allenatore, cominceremmo a pensare ad una proposta per allungare un rapporto che è uno dei grandi segreti delle straordinarie stagioni di cui il Napoli si sta rendendo protagonista.
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