Sul quotidiano La Stampa focus sulla morte dell’italiano Alessandro Parini a Tel Aviv.
“Tel Aviv si è stretta in un abbraccio attorno alla foto di Alessandro Parini, sulla pista ciclabile dove venerdì sera un attentatore arabo israeliano ha spezzato la vita del 35enne romano. Hava e Sergio, due israeliani che vivono nei dintorni, hanno iniziato un piccolo memoriale, con una bandiera israeliana stesa per terra, fiori, candele e bigliettini, in ricordo del turista italiano vittima del terrorismo, nella loro città. Poco più in là, le tracce dell’auto che ha investito e ucciso il giovane avvocato in vacanza per la prima volta in Israele, hanno lasciato profondi solchi nell’erba del ‘Sir Charles Clore Park’, il grande prato urbano che separa la città dal mare e su cui affacciano gli uffici dell’ambasciata italiana in Israele. Tra concertoni, barbecue, Pride e attentati (il più terribile nel 2001, quando un terrorista affiliato ad Hamas si è fatto esplodere davanti alla discoteca Dolphinarium uccidendo 21 israeliani), quest’isola verde ha visto di tutto”.
“Pochi i dubbi sulla matrice terroristica dell’evento, nonostante la famiglia di Yusef Abu Jaber sostenga che possa essersi trattato di un colpo di sonno. ‘La polizia israeliana e lo Shin Bet stanno affrontando l’evento come un attacco terroristico’, ha dichiarato il portavoce della polizia Dean Elsdunne, senza scendere nei dettagli perché le indagini sono in corso”.
“Tra il capannello di gente raccolta attorno al luogo della morte di Alessandro sbuca Shai, 31 anni, in tenuta da jogging. Appoggia una bandierina italiana su quella israeliana e la blocca con un sasso – che secondo il rito ebraico si appoggia sulle tombe in segno di rispetto – perché non voli via. ‘Passavo correndo e mi sono fermato per offrire un pensiero. Ma ho notato che mancava qualcosa. Non c’era nulla che richiamasse l’Italia’, spiega. Poi dallo smartphone fa partire l’inno di Mameli e tutti intorno restano in silenzio e in ascolto. ‘Sono stato a Roma un mese fa. Non conoscevo questo ragazzo della mia stessa età, entrambi avvocati per un importante studio legale. Ho sentito un legame'”. “Itai Fornari, di famiglia ebrea romana, era seduto accanto ad Alessandro, sul volo che l’ha portato a Tel Aviv. ‘Stavo rientrando da Roma, abbiamo parlato della città e di dove avevo mangiato. Era una persona piacevole, molto gentile. Lui mi ha raccontato che era stato in Giordania ma veniva per la prima volta in Israele. Per onestà gli ho spiegato che la situazione era un po’ problematica, con i razzi da Gaza e dal Libano. Lui lo sapeva. Gli ho detto ‘puoi sentirti sicuro qui a Tel Aviv’. Chi pensava a una cosa del genere”.
In tanti si sono recati sul luogo della morte del ragazzo italiano. Anche Martina e Chiara, 33 anni, di Roma, anche loro per la prima volta qui, nel weekend lungo di Pasqua. ‘Dovevamo restare fino a lunedì sera. Invece scappiamo. Io adesso ho paura’, confessa Chiara. Venerdì sera anche loro erano sul lungomare e dopo una lunga passeggiata erano dirette, in taxi, a Giaffa, dove alloggiavano. Sono rimaste bloccate nel traffico all’altezza della scena dell’attentato. ‘Io non ho paura’, precisa Martina. ‘Viaggio spesso in Medio Oriente, so che se aspetti il momento tranquillo, non ci verrai mai. Partiamo per un senso di rispetto. Ho visto il profilo Facebook di Alessandro. Avevamo fatto gli stessi viaggi. Troppa sintonia, non mi sembra il caso di restare qui in vacanza’. In hotel, gli otto amici di Parini sono rimasti chiusi nel riserbo. Solo uno di loro se l’è sentita di ripercorrere gli attimi in cui ha sentito un rumore alle spalle e ha visto l’auto dell’attentatore passargli proprio accanto. ‘Abbiamo sentito gli spari e ci siamo dispersi. Quando siamo tornati indietro Alessandro era steso a terra nel sangue’, dopo essere stato investito. ‘Eravamo appena arrivati in città e avevamo lasciato i bagagli in hotel – ha continuato -. Dopo un aperitivo stavamo raggiungendo l’altra metà della comitiva in un ristorante di Giaffa’. La vacanza, che era appena iniziata, è finita tra incredulità e dolore. Dopo la morte dell’amico, la comitiva è rientrata in Italia. Tra i feriti nell’attentato ci sono altri due connazionali – uno è stato dimesso dall’ospedale, l’altro ha subito un piccolo intervento ma sta bene – e alcuni turisti inglesi. La protesta anti governativa a Tel Aviv è iniziata con un minuto di silenzio in memoria di Parini e delle due sorelle israeliane uccise in un attentato palestinese in Cisgiordania, sempre venerdì. E in forma ristretta, per motivi di sicurezza addotti dalla polizia”.































