Assicura che ‘la lotta alla mafia’ sara’ ‘senza quartiere’ e incita gli inquirenti che indagano sulle stragi del ’92 e sulla presunta trattativa tra Stato e mafia ad andare avanti nella ricerca della verita’ perche’ ‘non c’e’ alcuna ragion di Stato che possa giustificare ritardi nell’accertamento dei fatti e delle responsabilita”. A Palermo per il ventennale della strage di Capaci, il premier Mario Monti va dentro la questione mafie senza frasi di rito e di circostanza. Lo fa in uno dei luoghi simbolo dell’antimafia, il giardino della memoria, creato nel quartiere Ciaculli, in un terreno confiscato alla famiglia del boss Michele Greco, detto il ‘Papa’, ai piedi del monte Grifone..
Davanti ai bambini di Addiopizzo junior che gli regalano la maglietta dell’associazione antiracket da cui e’ partita la ribellione al pizzo, Monti avverte che ‘l’unica ragion di Stato e’ la verita”. Sulle stragi Falcone e Borsellino ‘in questi anni sono emersi particolari che hanno fatto rivedere sentenze e pezzi mancanti che devono essere cercati fino in fondo’, incalza il presidente del Consiglio. Ad ascoltarlo ci sono i familiari delle vittime di mafia: Maria Falcone, Caterina Chinnici, Bernardo Mattarella, Pina Maisano Grassi, Placido Rizzotto, Salvatore Burrafato, Giovanni Impastato, Sonia Alfano.
‘Non bisogna mai stancarsi di trovare la verita’ per le vittime della mafia, per i familiari, per gli onesti, per i cittadini e per dare la speranza ai nostri figli’, prosegue Monti, circondato dagli alberi di mandarino e d’ulivo piantati in ricordo di ogni vittima di mafia. E nella battaglia, dice ancora Monti che definisce ‘magnifica la voglia dei giovani nella lotta alla mafia’, non ci sono confini: ‘Cosa nostra non si sconfigge solo a Palermo, la ‘ndrangheta solo a Reggio Calabria e la camorra solo a Napoli: tutto il nostro Paese deve impegnarsi nella lotta alle mafie, senza illudersi di esserne immuni’. Quindi l’invito, accorato e altrettanto netto, ai partiti e alla classe dirigente: ‘Deve esserci un impegno sempre piu’ forte nella selezione dei rappresentanti da eleggere ai vari livelli di governo’, perche’ ‘gli apparati dello Stato devono essere sempre lontani dal sospetto di legami di prossimita’ con le organizzazioni mafiose’. In questo senso il governo ha gia’ pronte alcune misure. ‘Il Parlamento ha recentemente varato una prima riorganizzazione della normativa antimafia, ma e’ un lavoro che non si e’ completato’, osserva il premier, ‘su alcuni punti c’e’ l’impegno del governo a proporre alcune soluzioni nell’ambito delle leggi in discussione in Parlamento e per il funzionamento delle strutture amministrative’. Ricordando Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo, Monti pronuncia i suoi ‘no’: ‘alla mafia, all’illegalita’, alla corruzione, al ricatto e alla logica dello scambio di chi promette e poi scarica su altri le responsabilita”.
Ma di pari passo all’impegno contro le mafie ‘deve aggiungersi l’impegno per creare occasioni di vero sviluppo’ e dare risposte al disagio sociale. E qui il premier ricorda la sedicenne Melissa Bassi, uccisa ‘nella strage di Brindisi’, come la definisce. A prescindere dal movente ‘di questo gesto atroce’, ‘tanti cittadini hanno voluto dimostrare che non si faranno spaventare dal terrore’.
Dopo avere scoperto nel giardino della memoria una lapide di marmo nera con impressi i nomi di oltre 200 vittime della mafia, Monti in una saletta riservata dell’aula bunker dell’Ucciardone, dove si sono svolte le commemorazioni della strage di Capaci, ha incontrato i familiari del sindacalista Placido Rizzotto, ucciso dalla mafia 64 anni fa, alla presenza anche della leader della Cgil Susanna Camusso. Al premier e’ stata presentata la mostra fotografica sul percorso professionale e alcuni aspetti della vita privata di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Prima di rientrare a Roma, il premier si è fermato qualche minuto davanti la stele lungo l’autostrada all’altezza di Capaci (Pa), nel luogo della strage.
Discussione su questo articolo