Continua a tenere banco, nel dibattito politico italiano, la vicenda che riguarda i due marò italiani. Scrive il quotidiano La Stampa: “Potrebbe essere annunciato ufficialmente gia’ nei prossimi giorni quel che il ministro della Difesa Roberta Pinotti aveva informalmente detto in un talk televisivo due sere fa: Latorre non tornera’ il 13 gennaio in India, poiche’ la sua salute non lo consente. Avendo Palazzo Chigi avocato da tempo a se’ la gestione della vicenda, e’ quel via libera che si aspetta. Ma soprattutto, si prende tempo per capire quali potrebbero essere le reazioni del governo indiano, e soprattutto come si comporterebbe con Girone, che al momento vive e lavora in libertà vigilata nell’ambasciata italiana, ma solo per gentile concessione indiana. Senza dimenticare che, quando Terzi provo’ a non onorare l’impegno di far rientrare in India i due fucilieri, l’India attuo’ procedure quasi di sequestro nei confronti dell’ambasciatore italiano. La vicenda si fa sempre piu’ intricata. Ieri, coi ministri degli Esteri e della Difesa in audizione parlamentare, si e’ avuta la conferma ufficiale che la procedura di arbitrato, predisposta gia’ dal governo Letta e annunciata da Mogherini e Pinotti ad aprile scorso, non e’ mai stata attivata. Adesso, la Farnesina richiama a Roma l’ambasciatore Mancini per consultazioni: ‘Un passo forte, ma non una rottura delle relazioni diplomatiche, di cui abbiamo invece bisogno’, precisa per ben due volte il ministro.
Su cosa sia stato fatto nel frattempo, c’e’ la piu’ assoluta nebbia. Il presidente di Commissione Esteri del Senato Pierferdinando Casini, sperando che siano in corso trattative cosi’ intense da doverle tenere assolutamente riservate anche nei confronti del Parlamento e delle opposizioni, ha chiesto che si apra un canale di informazione, anche quello riservato, ma non ha ottenuto assicurazioni in merito.
Dunque, e anche secondo fonti diplomatiche, e’ attendibile la ricostruzione secondo la quale si e’ puntato tutto sul cambio di guida politica in India, sperando che il nazionalista del Janata Party Modi sarebbe stato piu’ condiscendente e comunque desideroso di risolvere la vicenda. Puntando sulla via diplomatica e non attivando la parallela procedura di arbitrato internazionale (che non comporta affatto, come rilevato ieri anche in Commissione, l’abbandono di buone relazioni diplomatiche). E cercando, in queste ore, di far passare la linea secondo le quali la trattativa sarebbe stata delegata ai servizi (cioe’ alla struttura guidata da Marco Minniti), quando invece si trattava di un semplice canale parallelo, sempre attivo se esistono buone relazioni di collaborazione tra intelligence. Nel corso del dibattito, le opposizioni – ma anche esponenti del Pd – hanno chiesto come mai alla via diplomatica non sia stata affiancata l’attivazione dell’arbitrato internazionale. E, soprattutto, ‘quale sia la linea del governo’".
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