Michele Schiavone, Segretario Generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, alle Politiche 2022 si è candidato col Pd nella ripartizione estera Europa. Nonostante le 27.313 preferenze raccolte, non è riuscito a conquistare il seggio, che è andato ad Andrea Crisanti (35.962 voti personali), virologo diventato famoso per le sue partecipazioni televisive al tempo del Covid.
“All’estero ha vinto il Partito Democratico e di questo tutti noi siamo molto felici”, dichiara Schiavone a Italiachiamaitalia.it, poi aggiunge: “Il risultato ha confermato l’impegno profuso dal Pd all’estero. E’ fuor di dubbio che alcuni candidati che hanno maturato esperienze attive, me compreso, abbiano contribuito con forza al successo del Partito. Noi del Pd abbiamo una formazione, una cultura, che ci porta sempre e comunque a fare squadra, soprattutto per quanto riguarda le questioni degli italiani all’estero, e che ci porta ad anteporre gli interessi generali a quelli personali”.
Crisanti, che non è mai stato attivo nel mondo dell’emigrazione, è entrato in Senato: “Per noi del Pd merita sostegno”, dichiara Schiavone, “l’importante è che dedichi il suo mandato alle comunità italiane all’estero, perché le esigenze, così come le aspettative, in questo nostro mondo sono alte e passano anche attraverso l’impegno nel mondo della sanità”.
Schiavone si dice “rammaricato” per la “poca partecipazione” al voto che c’è stata all’estero, dovuta – secondo lui – principalmente a una “comunicazione inesistente da parte delle istituzioni, a cominciare dal ministero degli Esteri e da quello dell’Interno”. Inoltre, “in molti non hanno ricevuto i plichi elettorali e dunque sono stati impossibilitati a votare”.
Insomma, ad ogni elezione all’estero ancora si parla di brogli o grosse irregolarità: “Questa è la nota dolente, che credo abbia coinvolto tutti. La rappresentanza parlamentare all’estero viene sottoposta a continui esami, gli eletti oltre confine rischiano di perdere ogni credibilità proprio a causa di un meccanismo di voto che fa acqua da tutte le parti”. “Siamo davvero arrivati a un punto di non ritorno, è più che mai necessaria una riforma del voto all’estero”.
Nessun eletto all’estero al governo, contrariamente a quanto accaduto nella prima metà della scorsa legislatura, che ha visto un eletto oltre confine, l’allora Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE, essere nominato Sottosegretario agli Esteri.
“Un brutto tuffo nel passato”, commenta il Segretario Generale del CGIE. “A prescindere dai colori politici, e senza pregiudizi, posso dire di avere visto all’opera Ricardo Merlo. Ho capito, ho conosciuto, mi sono confrontato e ho lavorato con lui quando si trattava di promuovere iniziative politiche per gli italiani nel mondo e ho notato il senso e la portata di una presenza di un vero rappresentante degli italiani nel mondo in quella posizione di potere. Purtroppo, il traguardo che ha rappresentato, è svanito come una chimera, al di là delle promesse elettorali”, come quella di Silvio Berlusconi che ha promesso in campagna elettorale il ministro degli italiani nel mondo. Una promessa puntualmente non mantenuta.
L’esperienza di avere un eletto all’estero nella stanza dei bottoni “ha aperto gli occhi alle attese dei nostri connazionali. Non avere un rappresentante degli italiani nel mondo al governo ci porta indietro”.
Schiavone è convinto che il governo abbia “perso un’occasione a non individuare un profilo che in ogni modo avrebbe portato all’Italia e al governo stesso dei valori aggiunti. Rendere protagonisti gli italiani nel mondo e il Sistema Italia all’estero nella discussione quotidiana del nostro Paese avrebbe fatto bene prima di tutto all’Italia. Cercheremo comunque di far parlare di noi in maniera positiva e soprattutto di far conoscere all’Italia le potenzialità espresse dalle nostre comunità oltre confine. Certo è interessante che il premier Meloni durante i suoi discorsi di insediamento abbia parlato in generale di lingua e cultura italiana nel mondo, senza però dire cosa intenda fare per portare avanti una vera politica per gli italiani all’estero. Meloni non ha espresso alcun parere in proposito, non ha indicato una politica per le nostre comunità. E questo, al di là dei possibili pregiudizi, è una mancanza di rispetto”.