Ha parlato di "autunno caldo" ieri, in Senato. Roberto Maroni e’ stato equilibrato nel suo intervento, ed e’ riuscito a convincere – almeno in parte, ed e’ gia’ molto di questi tempi – anche l’opposizione. Il ministro dell’Interno ha riferito sugli scontri a Roma avvenuti la settimana scorsa e ha annunciato alcune proposte presenti sul suo tavolo di lavoro per cercare di prevenire ulteriori guerriglie urbane.
La cronaca dell’intervento del ministro leghista l’abbiamo riportata ieri su ItaliaChiamaItalia. Oggi il nostro commento e’ molto semplice: Roberto Maroni appare sempre più pronto a sostituire Umberto Bossi alla guida della Lega Nord. Certo, il ministro appassionato di musica e percussioni – suona la batteria – non lo dira’ mai apertamente: ma dentro di se’ deve avere gia’ chiara la visione del futuro. Sa che il Senatur, che gode certamente in ogni caso del rispetto della base del Carroccio, ha cominciato il suo declino, forse anche perche’ sempre più debole dal punto di vista fisico-psichico. Il Bossi di oggi non puo’ avere più un ruolo operativo: non vogliamo dire che vada messo da parte, ma e’ logico pensare che il fattore tempo non giochi a favore dell’Umberto nazionale. Anche lui, come Silvio Berlusconi, dovrebbe presto tracciare la strada per il futuro delle camicie verdi. La base leghista ha già deciso, ma anche chi oggi si dichiara fedelissimo al capo non può fare a meno di vedere in Maroni un punto fermo della Lega in un futuro non lontano.
L’intervento di ieri in Senato e’ stato per il ministro un ulteriore banco di prova politica: sperando che il passaggio del testimone non sia traumatico (vediamo molti pesci piccoli e grossi agitare le acque padane), Maroni sembra ormai pronto per essere il leader delle truppe padane. Fra quanto tempo? Questo non possiamo saperlo. Certamente, presto.
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