Ufficialmente è fiducioso nel 10 di Aprile Berlusconi, perché solo allora il Tribunale di Sorveglianza di Milano deciderà quali sorti toccheranno all’ex premier, arresti domiciliari o affido in prova ai servizi sociali. Di sicuro, entrambe le forme sono una macchia gravissima per un uomo dall’imprinting e la statura di B., che dopo essere stato giudicato idoneo a guidare nel bene o nel male 20 anni di scena politica, poi si ritrova dinanzi ad un manipolo di burocrati togati che gli revocano il diritto civico della rappresentanza e il diritto inalienabile della libertà.
Il consigliere personale Toti spergiura assieme a Brunetta che il Cav. correrà per le Europee, ma la strada è lastricata da impedimenti giuridici. Comunque sia, in sede europea pende un contenzioso in cui si contesta l’illegittimità della retroattività penale nell’applicazione della legge Severino. Mi permetto di aggiungere che l’avvocato Ghedini, sempre eccezionale nel non farne una buona, ha intitolato prosaicamente il ricorso: “Berlusconi contro l’Italia”. Ma tolti i formalismi, i nodi da sciogliere restano e sono un risico complicato per quel di Arcore. Come fare a guidare ancora il movimento Forza Italia da lui voluto, ideato, creato ed allevato, in queste condizioni? Come rilanciare l’azione movimentista? Come recuperare smalto?
A mali estremi, l’unica via sarebbe “Hammamet”, seguendo le orme di un suo grande amico. Ma è noto a tutti che questa fine sarebbe la più atroce e la meno battuta dai suoi pensieri.
La società civile deve insorgere, dobbiamo fare sentire la nostra voce tutti noi, cittadini di buon senso e portatori sani nel DNA di quei principi e di quei valori che fondano una Repubblica sana e democratica. Silenziare un baluardo ideologico come Silvio, equivale a distogliere 10 milioni di elettori del proprio diritto all’urna. Presidente Berlusconi, Lei ha fatto molti sbagli. E molti la detestano, però nessuno, ha il diritto di toglierLe la voce.
Twitter @andrewlorusso
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