Il ddl Boschi sulla riforma costituzionale è stato approvato dalla Camera, ma l’ultima parola spetterà ai cittadini con il referendum confermativo che si svolgerà in autunno. Con la fine del bicameralismo paritario e con la composizione di un nuovo senato, ritengo doverosa e necessaria un’informazione puntuale sul contenuto del futuro referendum e l’impatto che avrà sulle nostre comunità AIRE.
Successivamente all’approvazione alla Camera del ddl è stato diramato dalla segreteria PD dell’on. Marco Fedi un comunicato stampa che esaltava con eccessivo ottimismo la conclusione dell’iter parlamentare di questa riforma, senza riferimenti all’effettivo impatto sulla rappresentanza degli italiani all’estero. Personalmente, non condivido questa riforma in quanto sono da sempre stato un proselite del più semplice ma effettivo uninominale secco su base provinciale (con l’abolizione delle Regioni amministrative), simile al modello Britannico come spiegato a Londra al Ministro Boschi dal suo stesso pari-nomina Britannico.
Tuttavia, per il bene dell’Italia, non posso che augurarmi che questa nuova riforma, cosiddetta Italicum, funzioni, ma non posso esimermi dal rilevare che con la previsione della nuova composizione del Senato, il cosiddetto “senato dei cento”, si escluderebbe la rappresentanza degli italiani all’estero. Ovviamente tale atto è contro ogni logica non solo di rappresentatività ma persino analitica dei fatti. A tal fine, non posso che puntare il dito sulla rappresentanza parlamentare degli italiani all’estero che, nonostante il tentativo di alcuni senatori, non è riuscita a far riesaminare la questione sulla reale rappresentatività degli Italiani nel mondo all’interno del nuovo senato.
In tal senso, i quasi 3 milioni di connazionali che risiedono all’interno dell’Unione Europea porrebbero “la Regione Italiana in Europa” al decimo posto tra le altre venti per numero di abitanti. Certamente tale e solo riferimento risulterebbe insufficiente, ma se ad esso si abbinassero il contributo finanziario (turismo di ritorno, made in Italy) e quello socio-culturale (Schengen, accoglienza, italianità diffusa e Unione Europea) palesemente si evincerebbe la disattenzione del governo nell’eliminare la rappresentanza degli Italiani nel Mondo dal nuovo senato.
Certamente i parlamentari del PD estero, incluso quelli delle altre forze politiche di governo, hanno votato favorevolmente questa riforma, probabilmente più per una disciplina di partito o ‘governo’, come si evince dal comunicato stampa dell’On. Fedi, che per una seria e congiunta riflessione analitica, anche con le parti civili o di categoria da coinvolgere (come il CGIE), su una proposta robusta di piena partecipazione e rappresentatività dei propri bacini elettorali al nuovo senato. Adesso non so se sarà più possibile intervenire e, in attesa che qualcuno in parlamento si impegni a cercare una soluzione, con rammarico, al prossimo referendum confermativo non potrò che esprimere il mio parere negativo su questa riforma così come è stata approvata.
*Consigliere CGIE per la GB e Presidente del Movimento Italiano in Europa (MIE)
































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