"È paradossale sentire da esponenti della maggioranza di Governo che è ‘opportuno sostenere a ogni livello l’interesse generale a promuovere il ruolo delle Camere di commercio italiane all’estero’, sapendo che dopo tre anni di Governo non hanno fatto altro che penalizzarle fortemente con tagli di risorse che, solo tra il 2009 e il 2010, sono pari al 50% della disponibilità dell’anno precedente". È quanto dichiara il Responsabile del PD all’estero, Eugenio Marino, a proposito della XX Convention mondiale delle Camere di commercio italiane all’estero (Ccie) in corso a Napoli. "Non è serio né si può accettare – prosegue Marino – che chi governa da più di tre anni continui a parlare al futuro come se fosse arrivato al Governo del Paese solo il mese scorso. Cosa si è fatto in questi anni, perché si è sempre trovato il tempo di tagliare, chiudere, ridimensionare e mai quello di investire nelle riforme che servono al Paese?".
"Sappiamo tutti – continua l’esponente del PD – che i tagli non sono di per se un male assoluto, perché possono anche costringere gli enti interessati a organizzarsi, superando inefficienze e aumentando la produttività, ma solo se vi è contemporaneamente un progetto organico di riforma, in questo caso non solo del sistema camerale estero, quanto dell’intera presenza italiana all’estero".
"Risparmi di spesa nel sistema CCIE – aggiunge ancora Marino – si potevano avere, ad esempio, anche attraverso alcuni interventi mirati tesi a concedere il contributo sulla base del fatturato e non dei costi generati, promuovendo chi cresce, quindi non chi genera costi, e introducendo dei criteri di efficienza e produttività che costringano le CCIE che invece non sono adeguatanmente strutturate ed efficienti a diventarlo, pena l’esclusione dal co-finanziamento e dal sistema".
"Tali riforme – secondo Marino – sarebbero state urgenti in una fase in cui la poca crescita generata dal Paese deriva esclusivamente dalle esportazioni, che vanno quindi incentivate e adeguatamente sostenute e in una fase in cui le CCIE sono l’unica rete estera con competenze e capacità di intervento concreto e a breve nel campo dell’internazionalizzazione di cui l’Italia dispone attualmente".
"Perché non si è fatto nulla di tutto questo fino a oggi – conclude Marino – e si sono solo operati pesanti tagli? Non basta più la scusa delle risorse e non si è credibili se, dopo più di tre anni di governo, si parla ancora al futuro e di promesse, addirittura con timide dichiarazioni del tipo ‘appare opportuno’ ; no, non ‘appare opportuno’, è assolutamente necessario ed era necessario farlo già diverso tempo fa".
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