"L’Italia è fra i paesi che auspicano il rafforzamento del regime internazionale di sicurezza nucleare e sostiene l’introduzione di verifiche internazionali obbligatorie". È quanto ribadito oggi a Seoul dal Presidente del Consiglio Mario Monti, in Corea per il Vertice sulla Sicurezza Nucleare.
"La Repubblica di Corea – ha detto Monti nel suo intervento ai lavori – è un attore di primo piano sui temi globali e di governance mondiale. Ne sono testimonianza eloquente il recente Vertice dei G20 a Seul, il Summit odierno e l’impegno attivo per una riforma condivisa delle Nazioni Unite".
Dopo aver ricordato "l’azione della Repubblica di Corea a sostegno del regime di non proliferazione e gli sforzi per la denuclearizzazione della penisola coreana", Monti ha auspicato che "i negoziati esapartito (Six Party Talks) possano riprendere rapidamente in vista di una soluzione alla questione nucleare nord coreana".
Monti ha quindi ringraziato il Presidente americano Obama perché "ha promosso i Vertici sulla Sicurezza Nucleare: un passo in avanti concreto nella prospettiva, da lui delineata a Praga nel 2009, di un mondo più sicuro per tutti e libero da armi nucleari, che l’Italia fortemente sostiene. Un anno fa entrava in vigore il nuovo Trattato START: ai Presidenti Obama e Medvedev va la nostra gratitudine per la loro lungimiranza. Il Vertice di Seul si tiene in un momento cruciale, laddove alla minaccia del terrorismo nucleare si è affiancata la preoccupazione per gli incidenti causati da disastri naturali. Trovo opportuno che il Vertice affronti l’interrelazione tra safety e security nucleare".
"A Washington – ha ricordato Monti – abbiamo convenuto della necessità di affrontare le sfide della sicurezza nucleare, in particolare la minaccia del terrorismo, ed adottato un Piano di lavoro. A Seul siamo chiamati ad esaminare i progressi compiuti e ad indicare nuove linee di azione. Nel confermare piena adesione al Communiqué, vorrei riaffermare il forte interesse dell’Italia per la sicurezza nucleare".
"La consultazione popolare del giugno 2011, che ha portato all’arresto dei programmi per la produzione elettrica da fonte nucleare, – ha assicurato Monti – non ha diminuito il nostro impegno per il conseguimento dei più alti livelli di sicurezza nucleare nel paese, in Europa e nel contesto mondiale. Continuiamo a questo fine a destinare risorse ingenti alla sicurezza nei nostri programmi nazionali per il decommissioning delle centrali nucleari dismesse e la gestione dei rifiuti radioattivi, e siamo fra i paesi che più contribuiscono ai programmi internazionali in questo settore. Quanto all’attuazione degli impegni di Washington, vorrei evidenziare in particolare per il mio paese:l’’istituzione, insieme all’AIEA e all’"International Centre for Theoretical Phisics" di Trieste, della Scuola internazionale per la sicurezza nucleare".
"I primi corsi – ha detto Monti ai colleghi – si sono tenuti nell’aprile 2011 con 45 partecipanti provenienti da 43 paesi. I prossimi avranno luogo in maggio 2012. Dato il successo ottenuto, contiamo di rendere permanente questa iniziativa. L’Italia ha sempre sostenuto l’importanza dell’istruzione e della formazione, quale strumento indispensabile per contrastare il terrorismo nucleare, creare un’infrastruttura nucleare sicura e promuovere una cultura della sicurezza. Puntare sul fattore umano, anche in un periodo di risorse economiche e finanziarie decrescenti, è un investimento ad alto valore aggiunto. Inoltre, i seguiti dell’Accordo con gli Stati Uniti nell’ambito dell’iniziativa "Megaports "contro il traffico illecito dei materiali nucleari. Si sta procedendo all’installazione, nei porti italiani selezionati, di portali per la scansione dei container ed il rilevamento di materiale radioattivo. Infine, le intese in via di conclusione con gli Stati Uniti, nell’ambito della Global Threat Reduction Initiative, per la rimozione dall’Italia dell’uranio altamente arricchito e del plutonio non più utilizzati".
Confermato il lavoro dell’Italia "in stretto contatto con gli Stati Uniti in vista del prossimo Vertice", Monti ha osservato che "il grave incidente di Fukushina, 25 anni dopo Chernobyl, ha risvegliato bruscamente l’attenzione internazionale sulla sicurezza (safety) delle centrali nucleari. Ancora una volta constatiamo che le conseguenze globali di un incidente nucleare non conoscono confini. Occorrerà continuare a lavorare perché la sovranità nazionale non costituisca un ostacolo all’adozione di regole comuni e standard internazionali più stringenti, allo scambio di informazioni, alla trasparenza, all’adozione di meccanismi di revisione internazionali obbligatori, ed affinché sia riconosciuto il ruolo centrale dell’AIEA. L’Italia – ha concluso – è fra i paesi che auspicano il rafforzamento del regime internazionale di sicurezza nucleare e sostiene l’introduzione di verifiche internazionali obbligatorie".
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