Gli italiani che partono sono sempre di più. Ovunque, anche in Uruguay. Nel “paisito” sudamericano ci sono ufficialmente 106mila connazionali, si tratta prevalentemente di discendenti e di persone ormai anziane. Tuttavia negli ultimi anni anche qui, come in altre parti del mondo, si è assistito ad una forte crescita della nuova emigrazione: sono giovani e laureati, parlano più lingue e sono in contatto con il mondo attraverso internet. L’ultimo rapporto dell’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) ha rivelato che, nel 2012, si è registrato un aumento del 30% di persone che hanno lasciato il Belpaese, in maggior numero giovani. Quasi 80 mila sono partenze annuali anche se in realtà sono molto di più dato che sono in pochi ad iscriversi all’Aire.
“Per me la cooperazione internazionale era un percorso simbolico per andare via dell’Italia, per viaggiare ed avvicinarmi ad altre culture. Il mio interesse era conoscere l’America Latina”, spiega Antonio Graziano, un giovane napoletano di 36 anni che ormai da 8 vive a Montevideo. Antonio lavora nella cooperazione internazionale con i movimenti sociali legati alle tematiche ambientali, nel corso degli anni è diventato una sorta di punto di contatto tra i nuovi arrivi. Ha visto arrivare oltre 50 ragazzi italiani negli ultimi cinque anni. Una di loro è Marianna Mastrorosa, trentaduenne torinese, che dopo aver vissuto un anno a Londra ha deciso di trasferirsi in Uruguay per seguire il suo fidanzato (anche lui piemontese). “Ci sono degli aspetti della società italiana che trovo intollerabili e che non permettono alle persone di vivere bene la loro quotidianità. L’Italia è troppo maschilista e cliente lista”. Arrivata due anni fa, Marianna oggi lavora come insegnante di italiano presso la Società Dante Alighieri.
Secondo gli ultimi dati dell’Istat tra gli under 30 il tasso di disoccupazione supera il 20%. E’ proprio per sfuggire da un simile destino che Rossella Petrolati decise di partire facendo richiesta alle scuole italiane in Sud America per insegnare filosofia. “La mia generazione – spiega la professoressa anconetana di 33 anni – non riesce a trovare uno spazio di espressione. Nel nostro Paese manca la dinamicità, la voglia di rinnovare e di pensare. Tutto questo è proprio deprimente”. Rossella è docente presso la Scuola italiana di Montevideo e contemporaneamente frequenta un master in filosofia.
Antonio, Marianna e Rossella sono solo tre delle migliaia di persone laureate che ogni anno abbandonano l’Italia. Ragazzi in cerca di fortuna che stanno seguendo lo stesso percorso dei vecchi emigrati. La cosiddetta “fuga dei cervelli” è l’altra faccia dell’attuale crisi economica e sociale che sta vivendo il nostro paese, ogni giorno sempre più povero. Il nuovo dramma italiano è appena cominciato.
L’AUTORE Chi è Matteo Forciniti Nato a Corigliano Calabro nel 1989. Laurea in Scienze Politiche a Milano. L’Erasmus a Salamanca è stata la prima tappa, lì ha conosciuto amici uruguaiani. Ha sempre avuto la voglia di conoscere il Río della Plata, l’Argentina accolse suo nonno oltre sessanta anni fa.
Lui però ha scelto l’altra sponda del fiume perchè si vive meglio: l’Uruguay. Da 2 anni a Montevideo, lavora e studia un master in Studi Latinoamericani. “Se devo lasciare la Calabria per andare al Nord, tanto vale fare qualche kilometro in più…”.
































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