Con l’inno nazionale ha preso il via alla Farnesina, nella mattina di mercoledì 27 novembre, la seconda assemblea plenaria dell’anno del Consiglio Generale degli italiani all’estero. Ad aprire i lavori Elio Carozza, segretario generale del Cgie. Presenti i rappresentanti di camera e senato eletti all’estero. Carozza ha ricordato Papa Francesco così come il nuovo sindaco di New York e tutti "i discendenti degli italiani nel mondo" e la loro presenza oggi "quanto mai ampia e significativa".
"Un confronto straordinario e diretto sulle reali condizioni dei rapporti tra Italia e le sue comunità nel mondo" quello che si è tenuto in questi giorni tra la rappresentanza degli italiani all’estero e governo e Parlamento in un momento in cui vengono messi in "discussione i diritti di cittadinanza e futuro di rapporti su Italia e italiani nel mondo". Questo in sintesi il messaggio del Comitato di Presidenza del Cgie che il segretario generale Elio Carozza ha letto questa mattina, aprendo i lavori dell’assemblea plenaria.
In particolare sulla questione delle elezioni per il rinnovo dei Comites, il Comitato di Presidenza è chiaro: "E’ inammissibile che la crisi diventi l’occasione per la riduzione dei diritti di cittadinanza a danno degli italiani all’estero", in particolare "con il rinvio del rinnovo dei Comites". Inoltre, "il voto per corrispondenza che, con tutti i suoi limiti ha consentito di votare, è stato già abolito per le rappresentanza di base e sostituito con il voto presso i seggi e il voto elettronico. Un nuovo sistema che – prosegue Carozza – determinerà necessariamente un calo della partecipazione" a causa del "numero ridotto seggi che si potrà allestire con le risorse previste".
Dando il via ai lavori del Consiglio, Carozza ha tenuto il suo intervento: “Siamo in un passaggio di fase: dopo tante conquiste si rischia di tornare indietro. Si rischia di tornare ad una pratica di cittadinanza per gli italiani all’estero formalmente apparente ma sostanzialmente vuota". "E’ grave e imbarazzante " che solo "per gli italiani all’estero si osi dire che si può risparmiare". Carozza ha parlato di riforme, risorse, assistenza e nuova emigrazione: "Mentre si intensificano i flussi di mobilità e di uscita dal paese i nostri cittadini all’estero rischiano di non trovare un adeguato supporto nella delicatissima fase di insediamento nelle nuove comunità".
Un riferimento poi, al voto degli italiani all’estero: "Perché – si è chiesto il segretario Carozza – il voto di un cittadino metropolitano deve valere tanto da incidere sugli equilibri politici che incidono sulla vita di tutti e un cittadino che vive per più di un anno all’estero non può concorrere a questa situazione e quindi deve a priori rinunciare ad esprimere un voto che abbia lo stesso peso?". La preoccupazione del segretario del Cgie è dunque "l’assenza di saldatura tra le comunità all’estero e lo Stato". "Questo organismo – ha continuato Carozza nel suo intervento – rappresenta il sentimento reale che si coglie nelle comunità. E’ necessario un senso di responsabilità di fronte al pericolo che si rompa il senso di solidarietà tra l’Italia e la sua diaspora. Ci auguriamo che anche attraverso di noi ci sia più Italia nel mondo". "L’Italia deve rinnovarsi e mettersi al passo con i tempi senza dimenticare i diritti essenziali dei suoi cittadini".
Per Carozza “la storia dell’emigrazione dovrebbe essere insegnata nelle scuole. Se fosse stata insegnata in passato oggi avremmo avuto un’Italia migliore pronta a comprendere anche il fenomeno dell’immigrazione. Guardare al passato, comprendere il passato, spesso ci aiuta ad affrontare il futuro".
































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