Roma – “Non voglio essere considerata solo come portatrice degli interessi degli italiani all’estero, ma voglio lavorare come deputata della Repubblica Italiana per il bene e il progresso della nazione”. Ha le idee chiare Renata Bueno, deputata italo-brasiliana eletta alla Camera con l’USEI, l’Unione Sudamericana Emigrati Italiani di Eugenio Sangregorio, che a Montecitorio fa parte della componente MAIE all’interno del Gruppo Misto. Dopo aver presentato una serie di emendamenti sull’Imu affondati dai suoi stessi colleghi eletti oltre confine, la parlamentare si prepara a nuove proposte.
Nei giorni scorsi ha presentato alcuni emendamenti sull’Imu che non sono stati votati dagli eletti all’estero del Pd. Si è sentita tradita? La battaglia sull’Imu non dovrebbe essere sostenuta da tutti, indistintamente?
“Certo, un po’ tradita mi sono sentita, ma anche fortunata, rispetto ai miei colleghi eletti all’estero, nel non dover rispondere a discipline di partito che spesso impongono comportamenti innaturali e schizofrenici”.
Tornerà su questo tema? Come pensa di muoversi?
“Certamente. La casa in Italia per la stragrande maggioranza di noi italiani all’estero non è un investimento, bensì un cordone ombelicale che tiene vivo il rapporto con le nostre origini, e che spesso rappresenta il motivo principale per tornare ogni tanto. E questi soggiorni di turisti particolari sono un vantaggio economico per l’Italia, o no? Il mio emendamento era finalizzato alla sospensione della rata in scadenza a giugno”.
Su quali altre tematiche intende concentrarsi in Parlamento?
“La risposta potrà sembrare banale, ma credo che ancora ci sia tanto da fare sul fronte della cittadinanza e sull’organizzazione della rete delle rappresentanze italiane all’estero. Sono materie ormai dibattute a lungo per giungere ad una rapida e funzionale soluzione. Però non voglio essere considerata solo come portatrice degli interessi degli italiani all’estero, ma voglio lavorare come deputata della Repubblica Italiana, e quindi per il bene e il progresso della nazione su tutti i temi di stretta attualità, primo fra tutti il superamento della crisi economica, portando magari all’attenzione del parlamento italiano alcune pratiche e soluzioni già sperimentate con efficacia in Brasile”.
Sulla vicenda dell’Imu Eugenio Sangregorio ha dichiarato che “è solo la goccia che fa traboccare il vaso”. Quali sono gli altri atteggiamenti che l’USEI non condivide nei partiti presenti in Parlamento?
“Tengo a precisare che devo certamente la mia elezione in quanto inserita nella lista USEI, ma con USEI non ho alcun rapporto organico, se non quello di stima e affetto con il presidente Sangregorio. Per quanto ne so, Sangregorio è sempre molto presente nelle vicende USEI, anzi direi che ha rilanciato il suo impegno. Con lui il rapporto è stato sempre franco e cordiale: lavoriamo insieme, ma io non ho per questo nè titolo nè delega per parlare per conto di USEI. Se invece le domande fossero rivolte a me personalmente, potrei tranquillamente rispondere che ciò che più non condivido con i partiti è la loro autoreferenzialità: spesso perdono più tempo e intelligenze a farsi sgambetti e a disegnare carriere interne, invece di interessarsi veramente dei problemi reali”.
Lei è stata eletta nelle fila dell’USEI. Quali sono le iniziative attualmente sostenute dal suo partito in Sud America?
“Come dicevo, l’USEI non è il mio partito, anche se sono convinta di trovare presto una forma di collaborazione organica con esso e con Sangregorio. Adesso sono una politica italiana e quindi mi occupo di affari italiani: mi creda è un compito troppo impegnativo per lasciarmi tempo di dedicarmi alla politica Sudamericana. Certamente sono sempre attenta alle cose del mio Paese, e sarò sempre disponibile per tutte le iniziative che rafforzino i rapporti di amicizia tra l’Italia e il Sudamerica”.
Ora è componente Maie nel gruppo Misto. Il rapporto con il Movimento di Ricardo Merlo è stato, finora, proficuo? Condividete degli obiettivi?
“Il rapporto con Maie è di natura squisitamente amministrativa: ho accettato l’invito di Merlo di entrare nella sua componente per avere facilitazioni nella gestione del mandato, dalla disponibilità di un ufficio consultivo per le iniziative parlamentari, ad una segreteria organizzativa ad altre piccole ‘comodità’ logistiche che non sono affatto trascurabili per chi è così lontana da casa come me”.
Insieme alla questione Imu, quali sono le problematiche più urgenti per i connazionali residenti in Brasile?
“Ho avuto già modo di occuparmi di vari problemi legati alle pensioni, che sono delle vere priorità quotidiane per molti italiani in Brasile”.
Lei, come molti altri, ha condannato gli insulti di Calderoli al ministro Kyenge. Per quale motivo il governo Letta non si sta dimostrando altrettanto risoluto nel rimuovere il vicepresidente del Senato dal suo incarico?
“Questo è purtroppo quello che capita quando si ha a che fare con un governo ‘cripto-tecnico’, per il quale le uniche incombenze veramente importanti sono quelle economiche e finanziarie. Si rischia di dimenticarci che ‘non di solo pane vive l’uomo’ e che per i propri principi e valori tanti italiani sono stati disposti a perdere la vita, e non solo la poltrona”.
Lei è segretaria del Comitato italiani nel mondo alla camera costituito alla Camera e composto anche da parlamentari non appartenenti alla circoscrizione estero. Come procede il rapporto con i colleghi deputati eletti in Italia? C’è collaborazione con loro? Pensa che lavoreranno in favore degli italiani all’estero o che li ostacoleranno, come hanno già fatto altri in passato?
“Mi consenta un po’ di presunzione: siccome le idee godono di simpatia anche in funzione di chi ne è portatore, io credo che l’idea di italiano nel mondo in questa legislatura sarà più rispettata che in passato proprio per la mia presenza in Parlamento. Tutti i miei colleghi, di ogni colore politico, hanno già avuto modo di conoscere il mio impegno e la mia abnegazione, tanto che è già iniziato con molti di loro un ciclo di incontri con le realtà associative di emigranti a livello di singola regione”.
Il suo collega del Pd Fabio Porta, anch’esso residente in Brasile, ha dichiarato che le proteste in corso in Brasile sono il segno di un cambiamento in positivo e che “la presidente Dilma Roussef sta dimostrando di saper governare la situazione”. Lei, invece, ha già dichiarato di non condividere questa opinione. Per quale motivo?
“Non è vero che il presidente Dilma sta reagendo bene alle proteste. Il Governo della signora Rousseff è perso e non sa nemmeno rispondere ai desideri del popolo per il cambiamento. Fino ad ora, il presidente ha fatto proposte assurde come le riforme politiche attraverso referendum, già respinto dal Parlamento. La gente vuole decisioni rapide e proposte concrete, e non difficile da raggiungere nel breve termine”.
Suo padre, Rubens Bueno, è un noto esponente del Partito popolare socialista brasiliano. Quanto conta questo nella sua elezione al Parlamento italiano? Alcuni lettori hanno scritto al nostro giornale indicando questa parentela come primo motivo della sue elezione, che cosa risponde?
“Né lei né io siamo così ingenui da pensare che la storia politica della mia famiglia, di mio padre e mia, non abbia agevolato la mia elezione. Nè il mio è l’unico caso in cui le condizioni di partenza non sono uguali per tutti: ma questo è un problema di tutta la società, non solo della politica né tanto meno solo mio. Posso però con tutta tranquillità dire che la mia affermazione è dovuta principalmente al fatto che questo mio ‘privilegio di nascita’ ho saputo coltivarlo con tutto l’impegno e l’intelligenza di cui sono capace. Ho già rivestito cariche pubbliche in cui ho avuto modo di esplicitare le mie capacità, tante o poche che siano, ma certamente nessuno potrà dire che non ho lavorato e non lavoro, contrariamente a tanti altri ‘figli d’arte’”.
































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