Negli ultimi 25 anni le imprese manifatturiere di Italia, Germania e Francia hanno visto crescere più velocemente il fatturato estero rispetto a quello interno.
È quanto emerge da un’analisi dell’Istat che confronta le componenti nazionale ed estera del giro d’affari tra gennaio 2000 e aprile 2025.
Il traino dell’export è stato favorito dall’intensificarsi della globalizzazione, in particolare dopo l’ingresso della Cina nell’Omc.
Tra il 2000 e il 2008 la crescita del fatturato estero è stata molto sostenuta, soprattutto in Germania (+67%) contro il +49,5% dell’Italia e il +36,7% della Francia. Ma poi con le crisi finanziarie ed economiche si sono verificate forti battute d’arresto.
In Italia la crisi del debito ha accentuato la debolezza della domanda interna, portando a una crescente distanza rispetto all’export, che ha continuato a crescere (+13,8% tra 2013 e 2020) mentre il fatturato interno calava (-1,7%).
Anche in Germania si è registrato un divario a favore dell’estero (+23,6%), ma meno marcato sul fronte interno (+6,6%).
In Francia la forbice è rimasta più contenuta. Il Covid ha fatto crollare i fatturati nel 2020, con cali fino al -17% sull’estero in Francia.
Nel periodo più recente, tra il 2021 e aprile 2025, l’Italia ha mostrato un recupero più vivace dell’export (+22%) rispetto alla Germania (+19,3%), mentre la domanda interna è cresciuta del 20,9% contro il +15,6% tedesco, frenato da due anni di recessione.
La Francia si conferma più equilibrata, con un andamento quasi parallelo tra fatturato interno (+21,4%) ed estero (+23%).































