L’Iran ha dichiarato che, per sbloccare lo stallo del negoziato con l’Aiea sul proprio programma nucleare, vuole vedere che carte abbia in mano l’Agenzia atomica internazionale a sostegno dei propri sospetti su una ‘dimensione militare’ delle attivita’ di Teheran. Implicitamente, un alto esponente iraniano ha fatto intendere che che l’Iran vuole farsi consegnare anche un misterioso laptop al centro di un presunto intrigo spionistico-diplomatico. Tre giorni dopo la pubblicazione dell’ultimo rapporto trimestrale dell’Aiea che denuncia un incremento dell’attivita’ nucleare iraniana e conferma il rifiuto di aprire le porte della sospetta base militare di Parchin, l’ambasciatore iraniano presso l’Agenzia, Ali Asghar Soltanieh, ha detto che ‘un caso di disaccordo tra l’Iran e l’agenzia’ e’ l’insistenza iraniana ‘che sia passata all’Iran’ la ‘prova delle accuse’ mosse dall’organizzazione di Vienna. Come riferisce il sito dell’emittente Press Tv, Soltanieh si e’ riferito esplicitamente ad una prova ‘che alcuni paesi hanno fornito all’agenzia’.
Il diplomatico Soltanieh, almeno secondo quanto ha riportato ieri il sito, non ha precisato meglio ma, quando gia’ in passato si parlo’ di prove a disposizione dell’Aiea su Parchin, l’agenzia semi-ufficiale iraniana Fars cito’ l’affermazione che ‘agenzie di intelligence occidentali hanno sostenuto di aver rubato un computer portatile dall’Iran che contiene studi sulle attivita’ nucleari militari della base’. In linea con quanto afferma Soltanieh, la Fars ha ricordato che la controparte si e’ sempre rifiutata di presentare ‘documenti originali all’Iran’. L’Aiea, come emerge anche dal suo piu’ recente rapporto, dal novembre scorso afferma che a Parchin e’ stato costruito nel 2000 un ‘grande recipiente di contenimento per esplosivi per condurre esperimenti idrodinamici’ (in pratica camera blindata in cui svolgere test con super-esplosivi, ritenuto il segno di test militari del nucleare iraniano). Il rapporto denuncia ‘ingenti attivita” di ripulitura del sito che potrebbero ‘ostacolare significativamente’ l’accertamento di cosa si sia sperimentato a Parchin. Riferendosi alle segnalazioni del rapporto, Soltanieh ha ricordato che ‘l’Iran ha ripetutamente provato che queste accuse’ perseguono ‘fini politici e puntano a minare la collaborazione fra Iran e l’agenzia’. Visto che ormai anche l’Aiea, sulla base di immagini satellitari, ritiene che dal 2005 a Parchin non ci siano state piu’ sperimentazioni sospette ma solo recenti tentativi di ripulitura, su un noto blog di esperti nucleari statuntensi (‘Arms Control Wonk’) e’ stato suggerito che l’Occidente ormai sta forse solo ‘sparando contro un fantasma’. E c’e’ anche chi, come lo storico e giornalista investigativo americano Gareth Porter, nota come le letture piu’ comuni del rapporto Aiea del 30 agosto si siano concentrate su Parchin e sull’aumento delle centrifughe accumulate nel sito sotterraneo superblindato di Fordo senza sottolineare una diminuzione dell’elemento di maggior preoccupazione per l’Occidente: lo stock di uranio arricchito al 20% disponibile per un eventuale conquista della capacita’ di costruire la bomba. Grazie alla trasformazione in barre da usare nel reattore di ricerca medica di Teheran, nell’ultimo trimestre questo deposito e’ sceso da 101 a 91,4 kg (peraltro dopo la piu’ consistente diminuzione a partire da 146 segnalata a maggio).
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