Nel 2024 l’Inps conta 228.600 pensionati italiani residenti al di fuori dei confini nazionali.
Questo studio si concentra su una specifica categoria di pensionati italiani, composta da 37.82523 individui la cui intera carriera lavorativa si è svolta in Italia, ma che, al momento del pensionamento, hanno scelto di trasferire la propria residenza all’estero per motivi legati al costo della vita, alla fiscalità agevolata e alla qualità dei servizi.
Il numero dei pensionati rientrati in Italia è rimasto complessivamente stabile nel lungo periodo, con un’oscillazione tra 400 e 800 unità annue. Emerge dal XXIV Rapporto annuale Inps.
Tale fenomeno, noto in ambito accademico come International retirement migration (Irm) (Warnes, 2009), si configura come una tendenza sempre più diffusa in un Paese come l’Italia, caratterizzato da una delle popolazioni più anziane e longeve al mondo: secondo i dati Istat, circa il 24% degli ita¬liani ha superato i 65 anni.
I pensionati con redditi superiori a 5 mila euro al mese emigrano oltre sei volte più dei pensionati con redditi più bassi. Le regioni con i tassi di emigrazione più elevati nel 2023 includono Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta, che si distinguono per la loro vicinanza geografica ai confini internazionali e per una lunga tradizione di mobilità transfrontaliera.
Altre regioni come Lombardia, Veneto, Piemonte, Lazio e Liguria mostrano anch’esse tassi di emigrazione relativamente elevati. Questo è probabilmente dovuto alla maggiore disponibilità di risorse economiche tra i pensionati di queste aree, che consente loro di sfruttare meglio le opportunità offerte dalla migrazione per pensionamento.
In contrasto, Calabria, Basilicata, Campania e Sardegna registrano tassi di emigrazione più bassi, il che potrebbe essere indicativo di una minore disponibilità economica tra i pensionati di queste regioni, oltre a un legame più forte con la comunità e la famiglia che frena la migrazione.
Tuttavia, per alcune regioni meridionali come Abruzzo e Sicilia, si osservano tassi moderati di emigrazione, suggerendo una certa diversificazione nei comportamenti migratori.
Le destinazioni privilegiate, come Spagna, Portogallo, Albania e Tunisia, riflettono scelte influenzate da fattori fiscali, climatici, economici e culturali, con differenze marcate per genere, reddito e regione di provenienza.






























