Con Ciro Moccia salgono a 47, a partire dal 1993, i lavoratori morti all’Ilva di Taranto. Per quattro anni, dal dicembre 2008 all’ottobre 2012, non si erano verificati incidenti mortali nel Siderurgico. L’ultimo, nel dicembre 2008,era costato la vita al 54enne Jan Zygmun Paurovicz, operaio polacco, dipendente di una ditta dell’appalto: l’uomo precipito’ da un ponteggio allestito nell’altoforno 4. A questi dati bisogna aggiungere le centinaia di incidenti che hanno provocato ustioni e lesioni, anche gravissime.
Negli ultimi quattro mesi c’e’ stata una drammatica inversione di tendenza con tre infortuni mortali sul lavoro. Il 30 ottobre scorso e’ morto il 29enne Claudio Marsella, operaio del reparto Mof (Movimento ferroviario), schiacciato fra i respingenti di un locomotore e quelli di un vagone durante l’operazione di aggancio di un carro ferroviario. Marsella era da solo al lavoro: i suoi colleghi contestano un accordo tra azienda e sindacati, firmato il 10 novembre del 2010, nel quale, a loro giudizio, sarebbe stata ridotta la sicurezza delle attivita’ nel reparto in cambio di un’una tantum di 450 euro.
Il 30 novembre e’ stata la volta di Francesco Zaccaria, anch’egli 29enne, rimasto intrappolato nella cabina guida di una gru caduta in mare al passaggio del tornado che ha devastato parte dello stabilimento. Zaccaria era al lavoro nell’area portuale gestita dall’Ilva. I suoi colleghi gruisti, prima di tornare al lavoro, hanno avuto necessita’ di assistenza psicologica. Ciro Moccia e’ la terza vittima in quattro mesi: 42 anni, operaio della manutenzione, in Ilva dal 2002, era impegnato al lavoro sul piano di carico della batteria n.9 delle cokerie.
































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