I punti di vista sono davvero tanti, la riedizione della Forza Italia ’94 in chiave 2.0, dev’essere soppesata sul contesto storico e sul tempo trascorso. Da un lato v’è il fallimento auto-certificato, di un popolo dei moderati che sotto l’ala di Berlusconi ha tentato il rassemblement, senza riuscirci, nel centro-destra italiano. Il ritorno alla coalizione di partiti (non che siano mai scomparse, ma perlomeno ve n’erano solo due di significativo spessore), decreta il ripiombo nella Prima Repubblica e l’abbandono del sogno Americano (Bipartitismo).
Poi c’è il revival, il gingle “Azzurra Libertà” torna in auge, bandiera e colori suonano tanto l’amarcord tipicamente italiano del festival della nostalgia, che riporta alla memoria la stagione dei successi, delle grandi battaglie e ci ricorda il sentimento “d’amore” che ha legato gli elettori a quel movimento spontaneo che emergeva dalla società civile.
Ancora oggi v’è chi invoca un ritorno della balena bianca, ma rifare la DC non avrebbe senso storico. Ci sono parentesi che si chiudono per un motivo e, la storia, se continua a riavvolgersi come un nastro senza produrre effetti, è solo una videocassetta senza sequel, ne conosceremo sempre il finale.
Comunque sia Forza Italia rinasce, è già rinata, ed ha un dna geneticamente modificato rispetto a vent’anni fa. Al tempo v’era un comunismo scomparso in Occidente, ma ai massimi storici in Italia che stava per prendere il potere. Oggi c’è la battaglia fiscale al nocciolo della ridiscesa in campo, forse più materiale come battaglia ma oggi oramai di sopravvivenza.
In un Paese dove ad essere spudoratamente infedele più che i latin lover sono le dichiarazioni dei redditi, urge un repulisti negli ordinamenti, nelle regole, nel modus operandi di Equitalia e nella selvaggia guerra che invece di produrre effetti benefici per l’economia facendo emergere il nero, ammazza alla radice, estirpa i redditi senza bonificare. Un Paese che non produce, è un Paese che si avvia alla morte economica.
Non per niente, se il leit motiv prima era “Il nuovo miracolo italiano”, oggi è “L’ultima chiamata prima della catastrofe”. Berlusconi riannoda tutti i fili della sua esperienza comunicativa, per apparire uno “Schettino” al contrario, ove nel momento di maggiore difficoltà per lo Stivale, per lui e per il suo partito, torna a bordo tentando di raddrizzare la nave mercato, la nave Stato.
Sono tra quelli che Berlusconi l’ha sempre difeso per ciò che ha fatto, come uomo, imprenditore e anche come politico. Io condanno Berlusconi per quello che non si è fatto, per la riforma della giustizia mancata che oggi avrebbe tolto ogni pretesto di scontro, per la riforma dell’assetto istituzionale, per la flat tax, per quella “Azienda Italia” che invece di continuare a correre, è inciampata ed ora comincia di nuovo la staffetta. Certo, non è stata colpa sua, soltanto sua, ma era l’unico capace di poterla fare quella rivoluzione.
Oggi forse è tardi, eppure tutto ricomincia. Le grane sono troppe, lui sono 55 notti che non dorme ed ha perso 11 chili, però se aveva le mani legate dal Parlamento prima, figuratevi ora, che vogliono legargli perfino i “polsi”.
Twitter @andrewlorusso
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