Slitta il verdetto della Cassazione sull’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto del 2007 nella sua casa di Garlasco: il presidente della I sezione penale, Paolo Bardovagni, ha infatti disposto il rinvio della discussione al 17 aprile prossimo. Solo tra due settimane dunque si sapra’ se i supremi giudici accoglieranno i ricorsi della procura generale di Milano e della famiglia Poggi, che chiedono di riaprire il caso, o se assolveranno definitivamente Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara, unico imputato del processo, assolto con rito abbreviato dall’accusa di omicidio sia dal Gup di Vigevano Stefano Vitelli sia dalla corte d’Assise d’Appello di Milano.
In Cassazione non erano presenti Giuseppe e Rita Poggi mentre, a sorpresa, si e’ fatto vedere Alberto Stasi, accompagnato dal padre Nicola. Sempre in silenzio per tutta la giornata, teso e preoccupato, l’ex studente della Bocconi e ora praticante in uno studio di commercialisti milanesi e’ arrivato ben prima che i supremi giudici affrontassero il caso di Garlasco. Prima da solo, poi con il padre, Alberto ha seguito con attenzione la ricostruzione del delitto e dei due gradi di giudizio effettuata dal relatore Angela Tardio, prendendo appunti su un block notes. ‘Aspettero’, aspettero’ ancora’ si e’ lasciato sfuggire alla fine, senza pero’ mostrare delusione per la decisione dei giudici. ‘Alberto di certo non e’ sereno, ma non solo per il rinvio di oggi’ ha spiegato il professor Angelo Giarda che lo ha difeso in questi anni, sottolineando che la decisione della Cassazione ‘e’ dipesa da un calendario di udienze troppo intenso’. Giarda si e’ poi detto soddisfatto della relazione della Corte. ‘E’ stata molto precisa e oggettiva’.
Si riprende dunque il 17 aprile, con la requisitoria del sostituto procuratore generale Roberto Aniello e le arringhe della difesa e della parte civile. Nel loro ricorso, i genitori di Chiara, assistiti dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni hanno chiesto tra l’altro un esame sul bulbo e il fusto di un capello castano corto, trovato nel palmo della mano sinistra della giovane: un esame sofisticato ma non costoso con cui, secondo i Poggi, e’ possibile individuare il Dna mitocondriale e avere una possibilita’ in piu’ di individuare l’assassino. Un accertamento che, sostiene la parte civile, non venne eseguito durante le indagini preliminari ‘a causa di una banale dimenticanza’. Ma per i Poggi sono anche altre le lacune da colmare: la prima riguarda la bicicletta nera da donna nella disponibilita’ degli Stasi (quella di cui parlo’ nella sua testimonianza la signora Franca Bermani) mai acquisita; l’altra concerne invece l’incompletezza del cosiddetto esame della ‘camminata’ eseguito per capire come Alberto sia riuscito a non sporcarsi le scarpe col sangue di Chiara quando entro’ nella villetta di Garlasco. Richieste che sono ‘inammissibili e infondate’ per la difesa di Alberto che ha sempre sostenuto che le indagini sono state fatte in maniera ‘monodirezionale” trascurando ogni pista alternativa.
































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