Antonio Mazzeo, attivista e giornalista impegnato nella causa palestinese, è rientrato in Italia con un volo di linea da Tel Aviv, giunto a Fiumicino.
Commosso, è stato abbracciato, all’esterno del Terminal 3, da rappresentanti delle associazioni AssopacePalestina, Arci e Un Ponte Per, Freedom Flotilla, da Arturo Scotto del PD, dalla presidente dell’Osservatorio contro la militarizzazione della Scuola e delle Università, Roberta Leoni, e dall’ex senatore Giovanni Russo Spena.
Mazzeo, che era a bordo dell’Handala, una delle imbarcazioni della Freedom Flotilla Coalition, impegnata in una missione umanitaria con l’obiettivo di raggiungere Gaza via mare, intercettata e sequestrata in acque internazionali, dirottata poi verso il porto israeliano di Ashdod, ha scelto l’espulsione immediata da Israele.
Il nostro connazionale ha preferito firmare per il rimpatrio, evitando così una detenzione.
Mazzeo, fa sapere Arturo Scotto, che ha accolto Mazzeo all’aeroporto di Roma Fiumicino Leonardo da Vinci, è “molto determinato, anche se segnato da questa prova e preoccupato per i colleghi rimasti in Israele”.
Il deputato del Partito democratico continua: “E’ segnato dalla vicenda di Gaza, soprattutto a causa dell’abbandono da parte delle classi dirigenti europee che non hanno condannato quest’arrembaggio avvenuto in acque internazionali”.
Nella notte tra sabato e domenica, la Marina militare israeliana ha intercettato l’imbarcazione Handala, appartenente alla Freedom Flotilla Coalition, al largo della costa di Gaza.
A bordo si trovavano 19 attivisti per i diritti umani provenienti da 12 Paesi diversi – tra cui gli italiani Mazzeo, insegnante, giornalista e ricercatore per la pace, e Antonio La Picirella, attivista per la giustizia climatica e sociale – e due giornalisti dell’emittente qatariota “Al Jazeera”.
Quattro dei 21 partecipanti all’iniziativa Freedom Flotilla intercettati da Israele hanno accettato il rimpatrio, mentre i restanti, tra cui l’attivista tunisino Hatem Aouini, continuano uno sciopero della fame e rifiutano di accettare il rimpatrio volontario.
Lo ha rivelato Turkia Aouini, moglie dell’attivista tunisino, ai media del Paese nordafricano.
La donna ha precisato che gli attivisti in sciopero della fame saranno trasferiti nel carcere di Ramla Ayalon prima di comparire davanti a un tribunale israeliano, confermando che gli attivisti non hanno subito violenze fisiche da parte delle autorità israeliane.
L’imbarcazione Handala, gestita da Freedom Flotilla, è stata intercettata dalla Marina israeliana a 115 chilometri dalla costa di Gaza.
L’ultima trasmissione video in diretta sui social media ha mostrato i partecipanti all’iniziativa seduti sul ponte con le mani alzate, mentre intonavano la canzone “Bella ciao” nel momento in cui le forze israeliane prendevano il controllo della nave.































