Il muraglione difensivo dei Ligresti si incrina. Giulia Ligresti, una delle figlie di patron Salvatore, arrestata nell’inchiesta della procura di Torino sul caso Fonsai, ha cominciato il percorso che condurra’, salvo colpi di scena o ripensamenti, a una proposta di patteggiamento della pena. Una mossa che la allontana dagli altri indagati, i quali, finora, hanno sempre contestato punto per punto le ricostruzioni dei pm Marco Gianoglio e Vittorio Nessi. Giulia Ligresti confidava in una scarcerazione rapida anche in virtu’ di questo cambio di rotta (e i magistrati inquirenti non avevano mosso obiezioni particolari), ma il gip Silvia Salvadori, nei giorni scorsi, ha respinto la sua richiesta, prendendo inoltre la stessa decisione per Jonella Ligresti. Il pericolo di fuga, per il giudice, e’ ancora alto, in quanto bisogna tenere presente – a suo parere – che un altro componente della famiglia, Paolo Ligresti, e’ formalmente latitante in Svizzera, Paese di cui e’ diventato cittadino.
Nel frattempo si attende la decisione del tribunale del Riesame, che deve pronunciarsi sui ricorsi presentati dagli indagati contro le ordinanze di custodia cautelare (in carcere o agli arresti domiciliari a seconda delle posizioni) e anche sulla richiesta – avanzata dall’avvocato Gianluigi Tizzoni, legale di Salvatore Ligresti – di trasferire il fascicolo processuale dalla procura di Torino a quella di Milano. Secondo Tizzoni, la competenza territoriale appartiene ai giudici meneghini perche’ il reato piu’ grave fra quelli ipotizzati e’ la manipolazione del mercato (aggiotaggio informativo), e deve intendersi come commesso nel capoluogo lombardo, dove ha sede la Borsa.
L’avvocato e’ forte di una recente sentenza della Cassazione sul caso Antonveneta, mentre la procura e’ di parere contrario: il bilancio consolidato 2010 di Fonsai, entrato nel mirino degli inquirenti per la presunta falsificazione della voce ”Riserva sinistri” che avrebbe fruttato ai Ligresti degli utili illeciti, e’ stato diffuso ai mercati tramite l’ufficio ”Investor Relation” della compagnia, che si trova nella sede legale della societa’ e quindi a Torino. L’inchiesta, comunque, non si ferma. In un Palazzo di Giustizia di Torino quasi deserto per la pausa estiva, il pm Marco Gianoglio oggi ha ascoltato un manager Fonsai nella veste di persona informata dei fatti.
































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