Elisa D’Ospina, modella curvy, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Riguardo alla foto di Vanessa Incontrada sulla copertina di Vanity Fair. “Quando ho visto la copertina ho pensato: è una cosa superata. Vedendo le reazioni invece mi accorgo che purtroppo quando parliamo di donne, fisicità e taglie, è una battaglia che bisogna fare quotidianamente. Purtroppo c’è una serie di imbecilli frustrati che devono esprimere il loro parere a tutti i costi in maniera sgradevole, i fatidici haters che possono creare problemi psicologici e depressioni a persone fragili, come una bambina. Il problema non è la copertina, ma quello che c’è dentro Vanity Fair, un editoriale di Barbara Alberti che mette le mani avanti, affermando che il body positive non deve diventare una dittatura e non devono essere proibite le prese in giro verso le persone grasse”.
Sulle accuse a Vanessa Incontrada di averlo fatto per se stessa. “La differenza tra me e Vanessa è che io parlo da 12 anni di queste cose, quindi sarebbe riduttivo dire che lo faccio solo per promuovere la mia immagine. Che lei lo abbia fatto per se stessa è indubbio, perché ha messo se stessa in copertina e non una serie di donne in sovrappeso. Ma al di là di quello, ci limitiamo sempre a parlare solo di corpi, ci si basa sempre solo sull’estetica che secondo me è un concetto superato. Forse di corpo delle donne se ne parla troppo e male. E’ così una giungla, è tutto così politicamente corretto che se pensiamo che fino a qualche giorno fa Giulia De Lellis era l’icona del body positive perché si è presentata sul palco con 4 brufoli. Le icone del body positive secondo me sono altre”.
“L’obesità va trattata come una malattia, non è necessario dare il nostro parere. Non è che ad un malato di cancro gli andiamo a dire che è pelato. Finchè non arriveremo a considerare l’obesità una malattia non andremo da nessuna parte e finchè un lieve sovrappeso sarà considerato il male del mondo. Mi dispiace che si perda sempre l’occasione per parlare bene delle cose. Per me Vanessa aveva vinto al 100% col monologo che fece in tv nella trasmissione con Gigi D’Alessio, anche se molte cose di quel monologo erano prese dal mio libro. Però lì per una volta avevano vinto le parole, a nessuno è fregato di come era vestita. Quel monologo ha avuto milioni di condivisioni”.
Sulla sua attività per il body positive. “Giornalmente ricevo dei messaggi stupendi da parte di donne e sono queste cose che mi spingono ad andare avanti in questo percorso che ho iniziato da sola. Poi mi sono fatta affiancare da degli specialisti ed è continuata perché c’è la necessità continua di parlare di queste cose anche perché nessuno ci insegna che il corpo della donna cambia. E nessuno ci educa a parlarne bene, ad utilizzare il linguaggio giusto. Quando vado nelle scuole, la risposta più bella l’ho avuta in un liceo da un ragazzino di 16 anni che, quando gli ho chiesto cosa gli piacesse in una donna, mi ha detto: a me piace la donna serena, che mi fa star bene e mi strappa una risata. Forse dentro questo messaggio c’è veramente tutto”.