Massima allerta al Cairo e in tutto l’Egitto per il "venerdi’ della collera" indetto dai Fratelli musulmani dopo l’uccisione di oltre 600 manifestanti pro-Morsi mercoledi’. Il popolo egiziano "continuera’ la sua resistenza pacifica fino a che i golpisti non se ne andranno", ha tuonato la guida dei Fratelli musulmani, Mohamed el Badie.
L’esercito egiziano presidia i siti strategici al Cairo, mentre si sta estendendo la chiusura delle strade di accesso al centro della capitale. Si passano i checkpoint solo a piedi, dopo estenuanti controlli. Chiuso anche il ponte 6 ottobre, una delle principali arterie della capitale. Nella notte, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha chiesto a tutte le parti la fine delle violenze in Egitto e esorta alla massima moderazione, ma non sembra che l’appello sia destinato a essere accolto.
"I Fratelli musulmani usano l’Islam per arrivare al potere, anche a costo di spargere sangue": e’ il duro j’accuse lanciato dall’imam della moschea Omar Makram che campeggia in piazza Tahrir, simbolo della rivolta anti-Mubarak e anti-Morsi. In un’altra moschea divenuta simbolo, quella di Al Iman, vicino a piazza Rabaa, nel corso della notte la polizia e l’esercito hanno fatto irruzione "senza usare la forza", affermano fonti della sicurezza, "recuperando oltre 200 cadaveri". L’accesso e’ consentito solo ai fedeli per la preghiera, mentre intorno alla moschea "sono stati istituiti dei checkpoint per evitare il ritorno dei dimostranti".
Altissima la tensione nella moschea El Salaam, nel quartiere di Nasr City, dove si terranno i funerali di Asma, la figlia di Mohamed el Beltagui, uno dei leader del partito Giustizia e liberta’, braccio politico dei Fratelli musulmani, uccisa mercoledi’ in piazza Rabaa. La tensione e’ altissima, con molti membri della Confraternita che si stanno radunando nei pressi. Intanto e’ salito ad almeno 40 il numero di chiese, fra cui 10 cattoliche, "razziate o date alle fiamme se non addirittura rase totalmente al suolo" in tutto l’Egitto, secondo quando dichiara padre Rafic Greiche, portavoce dei vescovi cattolici egiziani. Ma le violenze non sembrano arrestare i flusso di turisti italiani: sono circa 19.000 i connazionali in vacanza nelle localita’ turistiche egiziane, in particolare sul Mar Rosso ma anche nei resort della costa mediterranea. L’aumento, rispetto alla scorsa settimana, e’ di 5.000 presenze.
































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