Chi pensa di cacciare via Matteo Renzi ed il suo governo con il referendum sulle trivelle che ci sarà domenica si sbaglia di grosso. Renzi ed il suo governo resterebbero in piedi anche se vincesse il "sì". Il referendum che ci sarà domenica, in caso di vittoria del "sì" , farà solo danni, poiché con la chiusura degli impianti petroliferi tanta gente perderebbe il lavoro e il nostro mare sarà inquinato perché sarà solcato da navi petrolifere, visto che del petrolio abbiamo bisogno.
Il vero referendum su Renzi ed il suo governo sarà ad ottobre, quando (per l’appunto, attraverso una consultazione referendaria) si deciderà l’approvazione o la bocciatura delle "riforme" costituzionali che sono state approvate ieri dalla Camera dei Deputati, con le opposizioni fuori dall’aula. Ora, a mio modesto parere, queste "riforme" non debbono passare. Queste "riforme" (uso le virgolette perché una riforma dovrebbe essere una cosa atta a migliorare una situazione e non a peggiorarla) ridurranno la democrazia nel nostro Paese.
Il Senato non sarà più elettivo e la Camera dei Deputati sarà eletta con una legge elettorale che darà una maggioranza fortissima ad un partito che in termini di voti sarà in minoranza. Le opposizioni non avranno nessuna garanzia. Per questo, bisognerà fare una campagna per la non approvazione di quelle pessime "riforme". Qui c’è in gioco la nostra democrazia. Inoltre, se in quel referendum fosse affossata la riforma, molto probabilmente, per Renzi ed i membri del suo governo sarebbe la fine della loro esperienza politica. Renzi ha messo la faccia in quella brutta "riforma". Una bocciatura di quella "riforma" sarebbe un vero e proprio "avviso di sfratto" per Renzi ed i suoi, il cui governo ha prodotto poco e male.
































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