L’ex magistrato che attacca i giudici che lo hanno condannato. Il sindaco sospeso dalla carica che non vuole dimettersi dalla carica. Una città, Napoli, sconcertata e confusa, disgustata dall’ennesima querelle: c’è di tutto e di più nella teatrale vicenda che presenta, in qualità di protagonista assoluto, l’ex magistrato condannato dai giudici e il sindaco sospeso che non intende rassegnare le dimissioni.
Luigi De Magistris, il primo cittadino di Napoli animatore e megafono della rivoluzione arancione. La dolce rivoluzione che l’ha sistemato sulla poltrona più prestigiosa e impegnativa a Palazzo San Giacomo. Ex pubblico ministero, è stato condannato a un anno e tre mesi nell’ambito dell’inchiesta “Why Not” dalla procura di Roma per abuso d’ufficio. Secondo l’obbligo stabilito dalla legge Severino, Luigi De Magistris deve dimettersi da sindaco. Invece niente, ritenendo che la sospensione non fosse
un obbligo previsto ampiamente dalla legge. “Non mi dimetto, farò il sindaco di Napoli fino al 2016 e starò di più per la strada, con i cittadini”. Ah, sì, ritieni davvero di non doverti dimettere? È intervenuto il Prefetto Francesco Antonio Musolino: il provvedimento è stato firmato e notificato, come da procedura, dalla Digos al presidente del Consiglio comunale, Raimondo Pasquino. Passaggi di un percorso ampiamente anticipato dal ministro Angelino Alfano. “Il prefetto di Napoli ha ricevuto comunicazione della sentenza e procederà oggi stesso agli adempimenti di legge di sua specifica competenza relativamente alla sospensione del sindaco De Magistris”.
Il sindaco Luigi De Magistris è spogliato delle sue funzioni da ieri mattina. Al suo posto, il vice sindaco Tommaso Sodano, ex senatore di Rifondazione, protagonista a suo tempo delle proteste ambientaliste contro l’inceneritore di Acerra. “Ah, sì, è arrivata la sentenza di condanna in prefettura? Salutatemela”, ironico e sarcastico De Magistris quando gli hanno comunicato che la sua stagione a Palazzo San Giacomo era giunta al capolinea. Proprio mentre Napoli ospita in questi giorni importanti meeting, quello della Bce e quello delle piccole e medie imprese, al quale è prevista la partecipazione finale del Presidente Giorgio Napolitano, a Napoli da mercoledì.
Nell’udienza del 9 maggio a Roma del processo “Why Not”, De Magistris citò Napolitano in merito a una secretazione che riguardava l’attuale presidente della Repubblica al tempo in cui era presidente della Camera. In breve, Napolitano era indagato, anche se sulla circostanza fu posto il segreto, “per evitare che potesse esserci una fuga di notizie”. La notifica della sospensione e i convegni internazionali si sono praticamente incrociati e sovrapposti. L’ennesima brutta figura di Napoli. Il sindaco sospeso cavalca ora una sorta di mantra: “Resistenza. Sì, starò tra la gente, è la mia Resistenza. Per prima cosa mi prenderò un caffè in sospeso e starò tra i miei napoletani. Vittime di un attacco virulento, dovremo difenderci senza scoprire le nostre azioni”.
Aspettando l’assoluzione: il reato per il quale De Magistris è stato condannato in primo grado potrebbe estinguersi in primavera. Esauriti gli attacchi diretti ai giudici, il sindaco sospeso rivendica di non essersi dimesso. “Questa non è una sentenza giusta, non riconosco questo verdetto che mi chiede di lasciare il mio posto di sindaco per aver fatto soltanto il mio dovere. Sono sospeso, ma resto il sindaco dei napoletani e loro mi vedranno agire come ho sempre fatto per il bene della mia città”. E via con l’esposizione di una serie di utopie allo stato puro. È pensabile che si possa essere sindaco della terza città d’Italia semplicemente scendendo in strada tra i cittadini? Impensabile, impossibile: la Resistenza non è esercizio oggi ancora praticabile. De Magistris non intende però arretrare di un passo. L’uomo politico e l’uomo di legge. “Non smetterò per un attimo di sentirmi il primo cittadino che investe il suo tempo per Napoli. Sono stato sempre un servitore della giustizia. Sono un uomo di giustizia, non di legge. Uomo di legge non lo considero un complimento. Significa una cosa più vera e più profonda”. Acrobazie dialettiche nel momento più difficile: l’esistenza di Luigi De Magistris cambia da così a così. Anche se lui, con tenacia, si batte per dimostrare a tutti che il suo sole non è ancora tramontato.
L’amministrazione comunale di Napoli va avanti (enorme eufemismo) senza il sindaco, sostituito da un vice sindaco. “Dobbiamo procedere senza fermarci, con compattezza”. Parole che hanno il suono di un nuovo slogan. Anche Napoli è in coma. Ma cosa farà da grande Luigi De Magistris? “Ecco, ho trovato cosa fare: farò il giocatore di basket”. Battuta lì, con grande evidente sarcasmo e dolente ironia alla presentazione della squadra di pallacanestro della Ginova Napoli. A Palazzo San Giacomo, in Sala Giunta, la notizia della sospensione da sindaco arriva mentre De Magistris è impegnato nell’ultimo atto istituzionale del suo mandato.
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