Era morto da alcuni giorni, togliendosi la vita con un’overdose di farmaci, ma e’ stato trovato solo oggi da suo fratello. La notizia della morte di Francesco Assante, 53enne napoletano e’ arrivata oggi nel pieno dell’assemblea regionale della Cisl a cui l’uomo era iscritto e che stava seguendo la sua vertenza con il centro di fisiokinesiterapia che lo aveva licenziato un anno fa. A dare la notizia e’ stata proprio la segretaria campana del sindacato, Lina Lucci, che ha interrotto i lavori, a cui ha partecipato anche il segretario nazionale Raffaele Bonanni, e dal palco ha detto con voce rotta dal pianto: ‘si e’ tolto la vita un lavoratore, invito tutti a un momento di silenzio’.
Assante, 53 anni, viveva da solo in una stanza di proprieta’ di un conoscente che lo ospitava a via Ruoppolo, al Vomero. La sua vita era cambiata di colpo nell’aprile 2012 quando, dopo circa 25 anni di lavoro come impiegato nel centro di sanita’ privata del quartiere collinare di Napoli, era stato licenziato. La causa una ‘sommatoria – spiega Salvatore Altieri, segretario della Cisl fp Area metropolitana Napoli, che stava seguendo la sua vertenza – di vari procedimenti disciplinari’. Provvedimenti, sostiene Altieri che pero’ ‘erano arrivati – dice – tutti negli ultimi tempi, da quando cioe’ il centro di sanita’ privato aveva cambiato proprieta”. A nulla era servita anche il gesto dei dipendenti che nel maggio 2012 avevano occupato il centro protestando anche per il licenziamento di Assante.
Bonanni si e’ detto ‘attonito di fronte a un caso che in Italia purtroppo si ripete, di persone che gettano la spugna di fronte alla paura per il futuro e all’impossibilità di far fronte agli obblighi della propria famiglia’. ‘Dolore e preoccupazione’ sono stati espressi dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro: ‘Viviamo – ha spiegato – una fase difficilissima, ai limiti della rottura sociale. Bisogna lavorare insieme, istituzioni, parti sociali e forze politiche per invertire la rotta’.
Il segretario regionale della Cgil Franco Tavella ha evidenziato che ‘c’e’ un’insopportabile condizione di solitudine che molto spesso accompagna i lavoratori in difficolta’. Interrogarsi con rigore e serieta’ e’ compito delle forze sociali, delle istituzioni, dei partiti politici, senza strumentalizzare un gesto cosi’ drammatico’. Il segretario Territoriale Ugl di Napoli, Francesco Falco, sottolinea infine che ‘oggi piú che mai occorre aprire un tavolo di confronto sull’occupazione tra Regione, Comune e parti sociali’.
E nel giorno della morte del 53enne napoletano, il presidente dell’ordine degli psicologi della Campania Raffaele Felaco ricorda come ‘stia crescendo a Napoli e nel Paese una sindrome da assenza di futuro, una mancanza di prospettive che portano a una nuova patologia psicologica, la depressione sociale’.
































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